Autovelox: guida completa a omologazioni, ricorsi e sentenze

Autovelox: guida completa a omologazioni, ricorsi e sentenze
Autovelox: guida completa a omologazioni, ricorsi e sentenze

Nuove strategie per il monitoraggio della velocità in Italia

La questione dei dispositivi di rilevamento della velocità ha recentemente alimentato un acceso dibattito sulle regole della circolazione stradale. Dal 1992, infatti, il comma 6 dell’articolo 142 del Codice della Strada impone che ogni apparecchio di controllo debba essere formalmente autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e, soprattutto, possedere una certificazione ufficiale che ne garantisca l’affidabilità come prova in caso di sanzioni.

Riformulazione del quadro normativo e criticità emergenti

Negli ultimi 33 anni non è stato emanato alcun provvedimento operativo volto a definire in modo chiaro la procedura di certificazione degli strumenti come autovelox, sistemi Tutor e telelaser. Di conseguenza, nessuno di questi dispositivi ha mai ottenuto il necessario riconoscimento tecnico. Un recente disegno di decreto,destinato anche agli organi europei,prevede che 12 modelli,approvati il 13 agosto 2017,siano ritenuti conformi alle nuove direttive in materia di taratura,mentre la stragrande maggioranza dovrà rimanere inattiva in attesa di un’adeguata omologazione.

Effetti pratici e reazioni a livello locale

La decisione di rendere operativi automaticamente alcuni dispositivi ha suscitato reazioni molto contrastanti. Molti Comuni hanno dovuto disattivare gli autovelox,e persino su alcune autostrade sono stati spenti i sistemi tutor,creando non poche difficoltà e incertezze per gli automobilisti. Di fronte a tali problemi, il Ministero ha deciso di sospendere temporaneamente il decreto, richiedendo ulteriori chiarimenti e lasciando temporaneamente indefinita la regolamentazione.

Approfondimenti sulla differenza tra autorizzazione e omologazione

Autorizzazione indica il permesso amministrativo che consente l’utilizzo dei dispositivi, senza però garantire una verifica tecnica approfondita.
Invece, il processo di omologazione assicura che ogni apparecchio rispetti standard tecnici e normativi ben definiti. Alcuni circolari, pur non essendo supportate da norme di riferimento, avevano equiparato i due concetti, con la conseguenza di conferire validità alle sanzioni anche senza una verifica tecnica specifica.

Tuttavia, nel 2024, un ricorso esaminato dalla Cassazione ha chiarito l’importanza della verifica tecnica, stabilendo che le multe debbano essere annullate se il dispositivo non risulta correttamente omologato, nonostante la formalità dell’autorizzazione. Tale principio, rafforzato da successive decisioni della Suprema Corte, ha incentivato numerosi ricorsi da parte dei guidatori.

Ricorsi, misure amministrative e prospettive future

La sentenza della Cassazione ha prodotto un’ondata di contestazioni giudiziarie, tanto che alcuni Comuni hanno dovuto procedere alla disattivazione definitiva degli autovelox. Sebbene il Ministero abbia successivamente inviato una comunicazione dettagliata ai prefetti, suggerendo di considerare la procedura di omologazione come equivalente a quella di autorizzazione in certe circostanze, tale posizione attende ancora una verifica finale da parte degli organi competenti.

In prospettiva, il governo potrebbe decidere di rielaborare il decreto, sottoporlo a ulteriori revisioni oppure, in alternativa, abbandonare l’attuale regolamentazione. Nel frattempo,gli automobilisti hanno la possibilità di contestare le multe,invocando l’assenza dell’obbligatoria certificazione tecnica.

Innovazioni nel controllo della velocità

  • Entro il 12 giugno, ogni dispositivo di rilevazione dovrà essere pregustato da cartelli informativi posizionati a una distanza variabile (da 1 a 4 km), in base alla tipologia della strada.
  • Sarà obbligatorio sottoporre gli strumenti a verifiche e tarature annuali, per garantire standard più elevati in termini di precisione e sicurezza.
  • Nei centri urbani, dove il limite di velocità scende sotto i 50 km/h, non sarà consentita l’attivazione degli autovelox, pena la disattivazione immediata dei sistemi non conformi.

Inoltre, per l’installazione di misuratori fissi, i comuni dovranno presentare una richiesta formale al prefetto, corredata da dati statistici e documentazione relativa a incidenti gravi accertati negli ultimi cinque anni. Questo iter di valutazione, se ritenuto positivo, autorizzerà l’installazione dei dispositivi da parte degli uffici competenti.

Le discussioni attuali evidenziano come sia fondamentale garantire maggiore chiarezza e sicurezza nelle procedure di controllo della velocità, aprendo la strada a un quadro normativo che concilie esigenze tecniche, amministrative e di sicurezza per tutti gli utenti della strada.