Platini e Blatter: La sentenza definitiva sancisce la loro innocenza
Dopo quasi dieci anni di approfondite indagini e un primo verdetto favorevole, Michel Platini e Sepp Blatter sono stati definitivamente scagionati dalle accuse di frode riguardanti la gestione della FIFA. Durante l’udienza tenutasi presso la Corte d’appello straordinaria del Tribunale penale federale a Muttenz, nel nord-ovest della Svizzera, le richieste della Procura, che proponeva 20 mesi di detenzione sospesa per ciascun imputato, sono state respinte.
Il contesto procedurale
Le controversie iniziate nel 2015 avevano in precedenza ostacolato gli ambiziosi progetti di platini di candidarsi alla presidenza del calcio mondiale. L’ex fantasista, al centro di polemiche per presunte irregolarità nelle assegnazioni dei Mondiali, si trovava a fronteggiare una lunga battaglia giudiziaria. la Procura aveva, infatti, avanzato accuse che comprendevano reati quali truffa, falsificazione documentale e gestione infedele, ipotizzando una pena detentiva di un anno e otto mesi.
Eventi chiave e dinamiche interne
L’inchiesta ha avuto origine da un versamento di 2 milioni di franchi svizzeri, effettuato dalla FIFA a favore di Platini nel 2011, con il supporto di Blatter. In passato, Platini aveva lavorato come consulente per Blatter durante il suo primo mandato alla guida della FIFA, stipulando già nel 1999 un contratto che prevedeva una remunerazione annua di 300.000 franchi. Successivamente, però, Platini avanzò una richiesta di risarcimento per una somma notevolmente superiore, definita dall’accusa come “fattura fasulla”.
Entrambi gli ex dirigenti hanno sempre ribadito che quanto concordato rappresentava un patto informale, un “accordo tra gentiluomini” per un compenso complessivo annuo di un milione di franchi, giustificato dalla necessità di dilazionare i pagamenti in un periodo in cui la liquidità della FIFA era limitata.
Discussione in aula e argomentazioni
Durante il dibattito in aula, Blatter ha ricordato con tono ironico un episodio in cui dichiarò, in maniera scherzosa, che la cifra di “un milione di franchi” fosse simbolica; un commento che Platini ha poi sottolineato per mettere in discussione la validità della transazione. Il procuratore, richiamandosi alle prassi contrattuali e alle consuetudini operative del settore, ha evidenziato diverse incongruenze, sottolineando come la FIFA disponesse di riserve finanziarie ben più consistenti rispetto a quanto dichiarato.
La difesa, invece, ha messo in luce che Blatter non aveva tratto alcun profitto personale dall’operazione, e che Platini avrebbe potuto negoziare condizioni economiche più chiare attraverso bonus o rinnovi contrattuali. In assenza di evidenze incontrovertibili, l’ipotesi di frode non è risultata provata con la certezza richiesta.
Reazioni e prospettive future
I due ex dirigenti, rispettivamente di 69 e 89 anni, hanno sempre sostenuto la loro innocenza, affermando che il procedimento giudiziario si basava su motivazioni politiche finalizzate a ostacolare la loro ascesa al vertice della FIFA.Il loro legale ha dichiarato che l’intera iniziativa, lanciata dopo le dimissioni di Blatter nel 2015, si proponeva unicamente di bloccare la candidatura di Platini per la presidenza dell’organo calcistico mondiale.
Pur essendoci la possibilità, seppur circoscritta a precisi presupposti giuridici, di un ulteriore ricorso in cassazione presso il Tribunale federale svizzero, Platini ha dichiarato con fermezza che la lunga disputa legale con la FIFA e alcuni procuratori svizzeri è ormai conclusa, ribadendo come tutto il procedimento fosse finalizzato a impedirgli di guidare il calcio mondiale.
Considerazioni finali
Il verdetto emesso dalle autorità giudiziarie svizzere segna la chiusura di un capitolo complesso e controverso, rappresentando una svolta significativa in un dibattito che ha coinvolto alcune tra le figure più influenti del calcio internazionale.L’assoluzione definitiva ha stimolato una riflessione sulle dinamiche interne degli organismi sportivi,evidenziando la necessità di accordi trasparenti e formule contrattuali chiare per prevenire future controversie.
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