Bandiere verdi 2025: il riconoscimento della sostenibilità nelle Alpi
In un contesto in cui l’arco alpino si trova a fronteggiare imponenti progetti infrastrutturali destinati al turismo, un numero crescente di iniziative locali sta tracciando una via alternativa. Quest’anno, 19 esperienze sono state omaggiate con le Bandiere Verdi di Legambiente, veri e propri modelli di come sia possibile vivere, lavorare e innovare in montagna, mantenendo un profondo rispetto per l’ecosistema.
Ogni anno,nell’ambito della campagna “Carovana delle Alpi”,l’associazione ambientalista premia realtà che si distinguono per il contributo alla salvaguardia e allo sviluppo sostenibile dei territori montani. Le comunità, le associazioni, gli enti e le imprese che ricevono tali onorificenze dimostrano con azioni concrete che la sostenibilità non è solo una parola d’ordine, ma un’opportunità per generare economia, coesione sociale e resilienza. Dalla sua istituzione nel 2002, sono state conferite ben 302 bandiere lungo l’intero arco alpino. Nel 2025, il premio è andato a queste 19 iniziative esemplari, con particolare attenzione ai settori del turismo sostenibile, dell’agricoltura montana e delle iniziative socio-culturali.
I protagonisti del cambiamento
In questa edizione, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia emergono come le regioni più premiate, ciascuna con quattro vessilli, seguite da Lombardia e Veneto con tre, e da Trentino, Alto Adige, Valle d’Aosta e Liguria, ciascuna con uno. Le storie raccontate dalle esperienze premiate descrivono una montagna che non si arrende allo spopolamento, ma si risponde con creatività, impegno e un forte senso di comunità.
Cinque bandiere sono state attribuite a progetti legati al turismo sostenibile. Tra questi, il Rifugio Alpino Vallorch nel Cansiglio (BL), un punto di riferimento per l’educazione ambientale, e l’associazione Oplon della Val Tramontina (PN), che vivifica un piccolo borgo attraverso eventi culturali e musicali. Altri esempi includono il Parco Naturale del Beigua (SV), il Consorzio turistico del Pinerolese (TO) e il Cammino “La Via Decia” promosso dal CAI di Scalve (BG).
Le pratiche agricole non sono da meno: cinque vessilli celebrano chi si occupa della salute della terra. L’azienda agricola Raetia in Valtellina è un esempio di recupero di varietà alpine in pericolo, mentre la CSA CRESCO in Val Varaita sperimenta nuove forme di agricoltura condivisa. Anche la pastora e scrittrice valdostana Marzia Verona, che unisce narrazione e zootecnia, riceve riconoscimenti, insieme all’Associazione Fondiaria La Serra (TO) e alle ASUC del Monte Bondone (TN), che propongono un modello di gestione comunitaria innovativa.
Un impegno collettivo per il futuro
Nove bandiere verdi sono state conferite a progetti culturali e sociali che mirano a rafforzare il tessuto comunitario.Tra questi, la Cooperativa di comunità VISO A VISO di Ostana (CN) lavora per rinvigorire un intero borgo montano attraverso servizi e iniziative culturali; il gruppo ambientalista NOSC CUNFIN si batte per la tutela del Sassolungo; e il progetto Alpha skills di Morbegno (SO) si dedica a indirizzare i giovani verso le professioni verdi. Inoltre, è importante segnalare i progetti di tutela dei laghi di Serraia e Piazze (TN), il Progetto Lince italia (UD), le attività della cooperativa sociale Cadore (BL), il dominio civico di Clavais (UD) e l’impegno dell’associazione EQuiStiamo (BL-TN) nella salvaguardia del torrente Vanoi.
Un messaggio chiaro sulla necessità di supporto
“Le Bandiere Verdi dimostrano che esistono risposte concrete alla crisi climatica e allo spopolamento nelle Alpi,” ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “È fondamentale che le istituzioni affiancano queste comunità con interventi legislativi e risorse adeguate. Il semplice volontarismo non basta: abbiamo bisogno di una governance pubblica che riconosca l’importanza strategica delle montagne.”
Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente, ha rinforzato questo messaggio: “Le esperienze premiate rappresentano una comunità attenta e proattiva. È proprio attraverso queste azioni che possiamo costruire l’identità futura dei territori montani. Non possiamo permetterci di lasciarle senza supporto.”
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