Coalizione di oltre 100 gruppi cinema e tv contro i dazi sulle importazioni di film di Trump

Coalizione di oltre 100 gruppi cinema e tv contro i dazi sulle importazioni di film di Trump

La difesa del cinema indipendente sotto la lente delle tensioni globali

Oltre cento organizzazioni attive nel mondo del cinema e della televisione si sono unite in un appello potente e urgente rivolto ai governi mondiali e alle istituzioni europee: tutelare con fermezza l’industria dello schermo indipendente. Al centro del loro messaggio, il rischio crescente di un attacco alla diversità culturale e alla libertà artistica, minacciate dalle nuove dinamiche commerciali internazionali.

Un manifesto per storie e voci autentiche

Il documento, reso pubblico pochi giorni prima dell’apertura del Festival di Cannes, porta il titolo evocativo “Our Stories, Our Voices: a global declaration for artistic freedom, cultural diversity and cultural sovereignty”. Più che una semplice lettera aperta, si tratta di un grido di allarme indirizzato al cuore delle politiche nazionali e sovranazionali che fino ad oggi hanno sostenuto la produzione indipendente.

Le pressioni che hanno indotto all’iniziativa sono strettamente legate alle recenti dichiarazioni del presidente statunitense Donald Trump, che ha ventilato l’ipotesi di imposte sui film importati, mettendo in discussione un equilibrio delicato faticosamente conquistato da decenni di politiche culturali.

Un fronte unito contro la marginalizzazione

la coalizione comprende realtà disseminate su cinque continenti, tra cui il prestigioso European Producers Club, che rappresenta i produttori indipendenti di film e serie TV europee, Irish Equity, l’Independent Directors Association del Sudafrica e l’Alliance des producteurs francophones du Canada. Una rete globale che sottolinea come il problema non abbia confini geografici o culturali.

Le parole dei firmatari sono nette: “assistiamo a tentativi sempre più aggressivi,orchestrati da attori politici e corporativi potenti,di smantellare le tutele regolamentari necessarie a garantire la molteplicità e la accessibilità delle espressioni culturali”.

I pilastri culturali messi in discussione

Tra le protezioni sul banco degli imputati spiccano diverse norme fondamentali, come la Audiovisual Media Services Directive nell’Unione Europea, che impone a piattaforme come Netflix o Amazon Prime la reinvestitura di parte dei propri ricavi in produzioni locali. Ma anche obblighi di contenuti nazionali in Australia,quote schermo in Asia e requisiti di partecipazione alla produzione interna in Canada sono nel mirino.

Queste misure non sono semplicemente regole burocratiche: sono il tessuto connettivo che permette alle storie locali di emergere e di mantenere viva la diversità culturale in un mercato dominato da giganti globali.

Lobby americane contro la normativa europea

Non sorprende, dunque, che le proposte di trump abbiano riacceso la battaglia delle major statunitensi contro l’AVMS europeo. La Motion Picture Association, che raggruppa colossi come Disney, Netflix, Paramount, Sony Pictures e Warner Bros, ha inviato un memorandum al rappresentante commerciale USA, bollando le obbligazioni di investimento in paesi come Francia, Germania e Italia come “sproporzionate”.

Il dibattito si sposta così sul terreno delle regole commerciali, ma dietro si cela un conflitto ben più profondo: la possibilità che le grandi aziende multinazionali plasmino il mercato a loro gusto, riducendo al silenzio le storie più autentiche e radicate nei propri contesti.

Un appello a difesa della creatività e della democrazia culturale

Le associazioni globali ricordano con forza che ostacolare queste tutele significa minare diritti essenziali alla libertà artistica e al pluralismo culturale. La richiesta finale è rivolgersi ai leader mondiali affinché resistano alle pressioni politiche, legali ed economiche che vorrebbero smantellare un sistema che sostiene la creazione artistica indipendente.

Non si tratta solo di business, bensì di preservare il diritto di tutti a una cultura ricca, variegata e accessibile. La vera posta in gioco è la possibilità di continuare a vedere sullo schermo storie diverse,autentiche,capaci di sfidare consuetudini e di aprire il dialogo su tematiche che il cinema mainstream spesso evita.

Giuseppe Rossi è un appassionato storyteller e content curator con una solida esperienza in ambiti diversi, dalla cultura e lifestyle alla tecnologia e viaggi. Laureato in Lettere Moderne, ha collaborato con diversi siti web e community online, creando articoli chiari e coinvolgenti per un pubblico ampio. Curioso di natura, si tiene sempre aggiornato su tendenze e curiosità, trasformando ogni argomento in un piccolo spunto di riflessione. Nel tempo libero ama esplorare nuovi itinerari in bicicletta e sperimentare ricette regionali in cucina.