Italia invia a Kiev i corazzati VCC-2 Camilino: il pacchetto di aiuti militari numero 11
Il Ministero della Difesa italiano, sotto la guida di Guido Crosetto, ha predisposto l’undicesimo pacchetto di aiuti militari diretti all’Ucraina, focalizzandosi principalmente su veicoli blindati da trasporto tracciati, in particolare la versione italiana dell’M113 nota come VCC-2 Camilino.
Secondo quanto riferito da Il Messaggero, oltre ai blindati, il supporto comprenderà anche un sistema satellitare per il monitoraggio, pensato per agevolare le esigenze di pianificazione operativa delle Forze ucraine. Al momento, tuttavia, non sono stati resi noti ulteriori dettagli su questa tecnologia.
Il VCC-2 camilino: un classico aggiornato
Il VCC-2 Camilino rappresenta un’evoluzione italiana del veicolo M113A1, dotata di rinforzi corazzati laterali e una torretta aperta. Fonti aperte indicano che fino a 1.200 M113 sono stati rinnovati in questa configurazione per l’Esercito italiano. Questi mezzi, che hanno fatto la storia della nostra difesa, sono ormai fuori servizio da anni, con gli ultimi esemplari ritirati circa quattro anni fa.
Tuttavia, è probabile che non tutti i 400 mezzi destinati al trasferimento siano immediatamente operativi in prima linea. Una parte verrà impiegata come fonte di ricambi, mentre altri necessiteranno di interventi di manutenzione significativi prima di poter tornare in azione.
Esperienza ucraina e impiego sul campo
Le forze armate di Kiev hanno già familiarità con il VCC-2, usato in veste ufficiale dalla Polizia Nazionale ucraina dal 2024, consolidando così un rapporto consolidato con questa tipologia di corazzato. Oltre a questi,l’esercito ucraino impiega diverse centinaia di veicoli blindati della serie M113,dispiegati in molteplici versioni e ruoli.
Una flotta che cala in Italia: la fine di un’era
Una curiosità riguarda la quantità residua dei VCC-2 disponibili in Italia. Nel 2022,la stampa italiana riportava la demolizione di circa 722 mezzi di questo tipo,con un incasso per lo Stato che si aggirava intorno ai 3 milioni di euro. Partendo dal presupposto che la flotta iniziale aggiornata fosse composta da circa 1.200 unità, ne sarebbero rimaste in deposito poco meno di 480. L’attuale donazione rappresenta quindi di fatto la cessione integrale degli esemplari ancora presenti in giacenza.
Un dato storico segnala anche che l’Italia ha avuto in dotazione il sistema antiaereo SIDAM, realizzato su telaio M113, che è poi stato riconvertito a mezzo da trasporto e inviato anch’esso alle forze di Kiev.
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