Emilio Alessandrini, magistrato ucciso da Prima Linea: un ricordo di integrità e giustizia
La tragica fine di Emilio Alessandrini, colpito a morte da un commando armato di Prima Linea, ha segnato una pagina dolorosa della storia italiana. Quel gesto,avvenuto in un freddo giorno di gennaio del 1979,non ha cancellato l’immagine di un uomo che incarnava con fermezza i valori di giustizia,rettitudine e onestà.
Un magistrato che ha lasciato il segno
Alessandrini non era soltanto un funzionario dello Stato, ma un simbolo di rigore morale in tempi di grande tensione sociale. Il suo impegno nel contrastare le derive violente e nel perseguire la legalità ha rappresentato un faro nella nebbia di quegli anni turbolenti. La sua dedizione ha spesso messo a rischio la propria vita, senza mai arretrare di un passo.
Le parole del sindaco Laura Bonfadini
Oggi, la figura di Alessandrini viene ricordata da istituzioni e cittadini che ne riconoscono il valore umano e professionale. Il sindaco Laura Bonfadini ha voluto sottolineare come il magistrato rimanga un esempio vivente di integrità, un modello da seguire per chiunque si occupi di giustizia e diritto. Le sue parole richiamano alla responsabilità di mantenere viva la memoria di chi ha sacrificato tutto per il bene comune.
Un’eredità che continua a ispirare
Se il clima politico e sociale attuale ha beneficiato del coraggio di figure come Alessandrini, la lezione più grande è forse l’invito a non abbassare mai la guardia davanti a qualunque forma di sopraffazione. Nel ricordo di quegli anni difficili, il magistrato resta una testimonianza tangibile di cosa significhi dedicarsi con passione e onestà alla difesa dello Stato di diritto.
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