Sono una leggenda Pacers e rivale di Jordan: il villain dei Knicks che sfidò Spike Lee

Sono una leggenda Pacers e rivale di Jordan: il villain dei Knicks che sfidò Spike Lee

Reggie Miller e la sua leggenda: dalla rivalità con i Knicks all’icona dell’NBA

Reggie Miller è un volto noto a più livelli: membro della Hall of Fame NBA,maestro dei tiri da tre punti,storico avversario di Michael Jordan e oggi rispettato commentatore televisivo.

Per i tifosi dei New York knicks, però, Miller evoca soprattutto due immagine indelebili: la sua sfida con il celebre regista Spike Lee e quel gesto simbolico del “choke” — che ha cristallizzato un momento di trionfo indimenticabile per Miller e di frustrazione profonda per New York.

Una serata di fuoco a New York: il mito del “choke”

Nella stagione 1995, Miller riuscì a entrare nell’immaginario collettivo molto prima dell’era dei social network. In un match memorabile si trovò sotto di sei punti con meno di venti secondi sul cronometro, quando infilò un triplo fondamentale. Ma non era finita: intercettò il passaggio in rimessa e segnò un altro tiro da tre, ribaltando la partita a favore degli Indiana Pacers.

I Knicks, traditi anche da errori nei tiri liberi di John Starks e Patrick Ewing, videro miller chiudere con due liberi decisivi sul 107-105. Un capolavoro che fece esplodere la Madison Square Garden – e fece infuriare Spike Lee,immortalato mentre assisteva senza poter far nulla.

«John Starks ha fallito, noi siamo venuti fuori alla grande» disse Miller a fine partita, commentando quella gara 1 delle semifinali di conference.

Il gesto che fece storia e la voglia di emergere

Tuttavia,il momento più iconico risale a un anno prima,quando miller segnò ben 25 punti nell’ultimo quarto partendo da un distacco di 70-58: quella rimonta leggendaria si concluse con un gesto provocatorio verso Spike Lee,il famoso segno del soffocamento per rimarcare la sconfitta dei Knicks.

«Non ero certo il più grande né il più forte fisicamente, pesavo appena 80 chili — raccontò Miller —. Dovevo compensare con un po’ di carattere: la mia arma migliore era la battuta.

La rivalità che ha segnato un’epoca

Nonostante il successo personale, Miller non riuscì mai a sconfiggere del tutto un avversario in particolare: Michael Jordan. Ricorda con ironia una partita in cui, dopo aver provato a provocare il campione, vide l’avversario sovrastarlo in un secondo tempo dominato da jordan, uscendo fuori con soli 12 punti contro i 44 del numero 23.

La carriera di Miller rimane comunque brillante: 18.2 punti di media a partita, quasi il 40% di percentuale da tre punti in 18 stagioni intere dedicate agli Indiana Pacers, cinque partecipazioni all’All-Star Game e la consacrazione nella squadra del 75° anniversario NBA.

Reggie Miller oggi: l’eredità di un campione

Ancora oggi,per molti appassionati di NBA,Miller resta una figura emblematicamente legata all’intensità delle sfide degli anni Ottanta e Novanta,un’epoca di competizioni serrate e memorabili esibizioni di talento.

non è un caso che ancora si parli di lui come di un giocatore capace di trasformare tensione e pressione in pura energia vincente. A ripensarci, chi altri avrebbe potuto costruire la propria leggenda proprio sulle “umiliazioni” inflitte a una squadra storica come i Knicks?

Il prossimo confronto tra Indiana e New york, che vedrà il ritorno di questa storica rivalità negli Eastern Conference Finals, rimette sotto i riflettori un’epopea che ha segnato la NBA e il cuore di milioni di tifosi sparsi in tutto il mondo.