Tensione a Montecitorio: scontri e proteste durante il dibattito sulle mozioni riguardanti Gaza
Un clima infuocato ha caratterizzato la discussione a Montecitorio sulle mozioni relative alla situazione a Gaza. I deputati del Movimento 5 Stelle hanno esposto in Aula cartelli con la scritta “Stop al genocidio” e una bandiera palestinese, gesto immediatamente seguito da un’analoga protesta dei colleghi di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs).
In entrambi i casi, il presidente di turno, Fabio Rampelli, ha ordinato la rimozione di striscioni e bandiere, tentando di ristabilire l’ordine in un’Aula agitata e divisa. Le parole forti fioccano dai banchi dell’opposizione: Nicola Fratoianni di Avs ha accusato apertamente il governo israeliano definendolo un “governo di assassini”, parlando di Gaza come di una “ecatombe” e rimproverando l’attuale maggioranza di una complicità politica inaccettabile.
Il deputato ha inoltre richiamato un parallelo storico, sottolineando come l’asse Roma-Berlino sia stato ricostruito, e come tale scelta porti con sé “vergogna e infamia”. Parole pesanti e un invito alla presa di responsabilità che hanno acceso ulteriormente gli animi.
Anche l’intervento di Giuseppe Conte ha sollevato forte indignazione. Il leader M5S ha citato il numero di vittime palestinesi,tra cui molti bambini,usando senza esitazione la parola “genocidio”.Conte ha espresso una profonda vergogna per l’Italia, che ha scelto di votare contro la revisione degli accordi tra Unione Europea e Israele, denunciando come il governo non rappresenti il sentimento di una parte dell’opinione pubblica.
Impegnandosi a lottare perché tali crimini non rimangano impuniti, Conte ha anche partecipato a un presidio davanti a Montecitorio organizzato da associazioni che chiedono la fine delle atrocità nella Striscia di Gaza. Tra i cartelli esposti, uno recava la frase “Auschwitz-Gaza, oggi come allora Italia complice”, mentre un altro riportava la foto della senatrice Liliana Segre accompagnata da una domanda provocatoria: “Come si può non urlare contro il genocidio?”
Le critiche alla maggioranza e l’assenza di Giorgia Meloni
Dal fronte democratico, le critiche si concentrano in particolare sull’assenza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il dibattito. Laura Boldrini ha espresso il suo disappunto sottolineando che la drammatica situazione del popolo palestinese dovrebbe richiamare tutta l’attenzione possibile, e definendo “gravissimo” l’approvazione in commissione Difesa di accordi per la vendita di tecnologia militare a Israele nonostante le accuse di crimini di guerra.
Boldrini ha inoltre stigmatizzato il fatto che l’Italia non abbia sostenuto la revisione degli accordi UE-Israele, configurando il comportamento del governo come una “vergogna totale”.
Simile è la posizione di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che ha denunciato il silenzio del governo italiano, accusandolo di tacere di fronte a “un disegno criminale di deportazione”. Secondo Schlein, l’immobilismo equivale a complicità e rappresenta una macchia che disonora il paese.
Schlein ha chiesto con forza un intervento netto da parte dell’esecutivo,con condanne esplicite e azioni concrete,e non semplici astensioni nelle sedi internazionali. Nel suo discorso ha ricordato il brutale attacco terroristico del 7 ottobre, ma ha al contempo condannato il massacro di migliaia di bambini a Gaza come una ferita che nessuna giustificazione può assolvere.
Le richieste della mozione dell’opposizione e la decisione dell’Aula
La mozione presentata dall’opposizione mirava principalmente a sospendere immediatamente le autorizzazioni per la vendita di armamenti a Israele, con particolare attenzione a quelle concesse prima della dichiarazione ufficiale di stato di guerra dell’8 ottobre 2023. L’obiettivo era evitare che tali armi potessero essere utilizzate in violazioni gravi del diritto internazionale umanitario.
Inoltre, si chiedeva che l’Italia si facesse promotrice, a livello europeo, di una sospensione totale della vendita, cessione e trasferimento di armamenti allo Stato israeliano, insieme a uno stop all’importazione di оружия da Israele in base a relazioni recenti consegnate alle Camere.
Nonostante queste richieste, l’Aula ha respinto la mozione dell’opposizione, mentre ha approvato quella della maggioranza, accogliendo solo parzialmente quella di Italia Viva. Il voto ha confermato così la divisione profonda che attraversa il Parlamento italiano sul delicato tema del conflitto in Medio Oriente e sulle modalità con cui sincerarsi di un contributo italiano a una possibile tregua.
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