Scoprire la stampa 3D con la bambu Labs A1: esperienza, errori e materiali plastici
Da qualche mese ho iniziato a esplorare il mondo della stampa 3D con la Bambu Labs A1, una macchina rumorosa ma sorprendentemente precisa, capace di trasformare un’immagine digitale in un oggetto tangibile sulla mia scrivania.
Nel mio percorso ho imparato molto sulle diverse tipologie di stampanti 3D, ho esplorato le impostazioni dell’app Bambu Studio – utilissime indipendentemente dalla stampante che si usa – e ho provato le prime stampe scaricate da internet, convertendo pochi metri di filamento in oggetti utili con alcune ore di lavoro.
Il vero salto: stampare pezzi di ricambio per la stessa A1
Il progetto più ambizioso è stato creare parti di upgrade per la mia stessa stampante. È qui che ho commesso i primi errori di stampa importanti, che mi hanno spinto a studiare meglio i diversi tipi di filamenti, valutandone caratteristiche e compatibilità con una stampante aperta come la A1.
Condivido questa esperienza non perché rivoluzionaria, ma perché la stampa 3D può risultare complessa e invadere con una mole enorme di informazioni. Spero che le mie scoperte possano aiutare chi sta valutando se entrare in questo mondo.
stampare per la stampante: accessori utili e piccoli problemi risolti
Il mio primo progetto è stato un semplice supporto per il telecomando del ventilatore d’ufficio, seguito da un porta-controller per Xbox e cuffie da gaming, facilmente montabile a muro, liberando così la scrivania dal disordine. Questi oggetti semplici hanno confermato l’affidabilità della A1, grazie a impostazioni precise e alla piastra PEI testurizzata.
Un primo inconveniente è emerso già nella fase di riscaldamento: la A1 espelle piccoli grumi di filamento vecchio, nella routine chiamata “purge”, che serve a eliminare il materiale deteriorato o cambio colore. Sebbene funzionale, l’effetto estetico era poco piacevole, con bocconi di plastica sparsi sulla scrivania.
La soluzione è stata stampare un contenitore di raccolta (“poop bucket”), perfettamente adattato alla A1 e presente in numerose versioni realizzate dalla community. Ho aggiunto anche un piccolo supporto per convogliare meglio lo scarto all’interno del raccoglitore.Questo ha aperto la strada a una lunga serie di stampe di accessori per la stampante stessa.
Alcuni accessori stampati per la Bambu Labs A1
- Supporto superiore AMS Lite e rinforzo Z-Axis: il sistema AMS Lite consente la stampa multicolore ed è progettato per lavori a basso costo con l’A1. Ho preferito il montaggio superiore con rinforzi posteriori per stabilizzare l’installazione senza occupare ulteriore spazio orizzontale.
- Coperchio e deflettore per la raccolta del materiale di scarto: ci sono centinaia di design, ma ho scelto una soluzione semplice e compatibile con il rinforzo Z-Axis.
- Griglia proteggi-ventola: un modo facile per proteggere la ventola sul carrello di stampa senza compromettere le prestazioni.
- Supporto regolabile per la camera: anche se la camera della A1 non è eccelsa per qualità video, spostarla da una posizione predefinita poco funzionale ha migliorato la visuale sulle stampe, a scapito di una piccola modifica della macchina.
- Protezione per lo schermo LCD: un semplice accessorio per coprire lo schermo e proteggerlo da polvere e graffi quando non si utilizza la stampante.
- Coperchio per asse X: un riparo pieghevole per coprire la guida esposta quando la stampante è ferma.
- Contenitore porta-filamento per AMS Lite: un progetto complesso ma utile per mantenere i filamenti liberi da polvere e umidità, condizioni cruciali per la qualità della stampa.
- Porta bobine modulare: non un vero upgrade, ma essenziale per chi accumula molti tipi di filamenti e ha bisogno di organizzare lo spazio con scaffali personalizzati.
Sbagli ed esperimenti: lezioni dalla stampa di pezzi complessi
Durante la stampa del rinforzo Z-Axis,il mio primo tentativo è stato con l’ABS,un materiale noto per la sua robustezza,ma incompatibile con il letto aperto della A1. Il risultato? Deformazioni e sollevamenti precoci dalla base che hanno reso inutilizzabili i pezzi.
Con il PLA ho tentato subito dopo,optando per un modello con infill ridotto per risparmiare materiale.Ma i pezzi risultavano troppo fragili e cedevoli, una lezione importante sull’equilibrio tra quantità di materiale interno e solidità.
La via migliore è stata il terzo tentativo, con la versione originale prodotta da Bambu in PLA, che ha garantito supporti stabili e duraturi.
PETG: il compromesso resistente e versatille
Dopo aver letto molto, ho scoperto nel PETG il materiale più adatto per stampe più robuste e resistenti agli agenti atmosferici pur utilizzando un letto aperto. Ho deciso di provare a stampare con PETG trasparente, per monitorare visivamente il filamento rimasto sulle bobine.
Con il PETG ho incontrato alcune difficoltà: per ottenere un effetto trasparente credibile è consigliato l’uso di ugelli più larghi, capaci di depositare più materiale in meno passaggi. Il filamento acquistato, pur di qualità, spesso non rispettava le impostazioni standard, causando adesione incerta al piano e flusso irregolare dalla testina.
Modificando le temperature di estrusione e del letto di stampa di pochi gradi, insieme a test ripetuti, sono riuscito a ottimizzare la resa.
Va detto però che il PETG assorbe facilmente l’umidità dall’aria, e durante la stampa l’acqua presente vaporiza causando filamenti sottili e fastidiosi residui detti “stringing”.
Per chi vuole eliminare questo problema sono disponibili essiccatoi dedicati o metodi casalinghi come il riscaldamento a bassa temperatura in forno, mentre un ambiente chiuso e controllato, come un box per bobine, aiuta a mantenere secco il materiale.
Un viaggio nella vasta gamma di filamenti
Il mio kit iniziale includeva bobine di PLA Basic di Bambu, nelle versioni bianco e nero.Questo tipo di plastica è probabilmente il più diffuso nella stampa 3D per la sua facilità d’uso, bassi costi e ampia disponibilità di colori e finiture.
Il PLA è però limitato: soffre temperature elevate e raggi UV, quindi non è indicato per applicazioni esterne né per pezzi che devono sopportare carichi o usura.
Curiosità: esistono PLA arricchiti con sostanze particolari, da polveri di legno o metallo a residui di caffè o birra, per dare agli oggetti stampati texture, peso o aroma speciali.Attenzione però alle denominazioni come “PLA+” o “PLA Pro”, che non seguono standard uniformi del settore.
Altri materiali chiave
- PETG: più resistente del PLA, più adatto all’esterno e con migliore flessibilità, ma più complesso da stampare e più sensibile all’umidità.
- ABS: plastica robusta e resistente al calore,ma difficile da stampare senza un ambiente chiuso,tende a deformarsi causando problemi soprattutto nelle stampe grandi; oltre all’odore fastidioso,emette fumi potenzialmente irritanti.
- ASA: simile all’ABS ma con maggiore resistenza ai raggi UV,perfetto per uso esterno; anch’esso necessita di un ambiente di stampa chiuso e ben ventilato.
- TPU: plastica particolarmente flessibile e resistente agli urti, ideale per oggetti che richiedono elasticità, ma richiede velocità di stampa più basse e un investimento leggermente superiore nel filamento.
Filamento originale o di terze parti?
Bambu offre bobine con chip RFID che consentono alla stampante di rilevare automaticamente tipo, colore e quantità di filamento residuo, insieme a settaggi ottimizzati già presenti nel software. Sono disponibili anche preset per altri marchi, ma spesso è necessario un po’ di taratura personalizzata.
Io ho scelto filamenti Inland, più economici e facilmente reperibili localmente, con risultati di buon livello. Per chi non ha negozi fisici nelle vicinanze, la dotazione iniziale della A1 include generalmente alcuni piccoli campioni per farsi un’idea delle caratteristiche estetiche e tattili del materiale.
Lo sguardo al futuro: cosa stampare e perché
Il bello della stampa 3D sta nella versatilità: si può organizzare la scrivania, la cucina, creare piccoli gadget o oggetti personalizzati, realizzare parti di ricambio per la casa avanzate e perfino giocattoli per feste di compleanno. L’unico limite è la fantasia.
Chi ha uno stampante in casa spesso scopre sorprendenti possibilità e l’impressione sembra cambiare con ogni nuova stampa. Affrontare progetti personali di diverse difficoltà è il modo migliore per capire cosa vi si addice davvero e quanto questa tecnologia possa essere di aiuto nel quotidiano o nelle passioni.
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