Recensione dettagliata di Tornado: potenza e affidabilità

Recensione dettagliata di Tornado: potenza e affidabilità

Tornado: Il nuovo film di John Maclean tra samurai e la dura campagna britannica del XVIII secolo

Il regista scozzese John maclean,noto per il suo debutto emozionante con Slow West,torna dopo un decennio con una pellicola audace e insolita: Tornado,un thriller che miscela sapientemente atmosfere samurai e un’ambientazione rurale britannica del 1790,offrendo un ritratto intenso e turbolento di un’adolescente britannico-giapponese che lotta per sopravvivere e affermare la propria identità.

Un confronto tra epoche e generi

Le due opere di Maclean condividono temi profondi e complessi: l’incertezza del futuro, il conflitto tra tradizione e modernità, e storie intrise di vendetta, giustizia e resistenza. Se Slow West si immergeva nel caldo opprimente del selvaggio West,Tornado si fa portavoce di un mondo gelido,illuminato da una luce naturale che mette in risalto ombre cupe e personaggi ambigui. La fotografia di Robbie Ryan amplifica questa sensazione di isolamento, soffocata dal vento e da ambientazioni marginali, tracciando un’intensa giornata nella vita dei protagonisti.

Un inizio adrenalinico e carico di suspense

Il film si apre senza preamboli, con Tornado (interpretata da Kōki) che fugge disperatamente attraverso campi desolati e foreste, inseguita da una banda di criminali guidata da un’accattivante colonna sonora fatta di percussioni poderose e archi profondi firmata Jed Kurtzel.L’arrivo presso una magione di campagna segna un cambio di ritmo: il silenzio diventa un’arma e la tensione palpabile minaccia di svelare il nascondiglio di Tornado.

I protagonisti si delineano tra ironia e crudeltà

  • Kitten (rory McCann), goffo ma pungente, regala momenti di umorismo involontario, come quando cade rompendo il pavimento proprio sopra un pianoforte, commentando con secca ironia che “lei non è dentro il pianoforte”.
  • Little Sugar (Jack Lowden) costruisce una trama nella trama, minacciando Tornado per ottenere informazioni su un misterioso oro nascosto.
  • Sugarman, interpretato da tim Roth, incarna la leadership spietata e disillusa di questo manipolo di violenti. la sua freddezza nell’eliminare un uomo della sua stessa banda senza un minimo turbamento mostra un cinismo che trascende la pura brutalità, trasformandolo in un antagonista segnato da anni di dure esperienze e povertà.

La doppia natura di Tornado: adolescenza e conflitto culturale

Al centro della narrazione c’è Tornado, figlia di madre inglese scomparsa e di Fujin, un burattinaio giapponese addestrato secondo la disciplina dei samurai. Interpretata da Kōki con forza e introspezione, il personaggio è avvolto da un senso di spaesamento, diviso tra radici culturali diverse.

Prima della caccia che incalza la trama, veniamo introdotti a un lato più umano della protagonista: una giovane ribelle che vorrebbe solo rilassarsi e sfuggire allo sguardo esigente del padre, il quale la spinge a rispettare le sue origini giapponesi, incluso l’apprendimento della calma necessaria al combattimento e l’impiego dei burattini in spettacoli macabri. Questa tensione porta a un momento cruciale, segnato dalla tragedia e dall’inizio di una trasformazione interiore da ragazza viziata a guerriera determinata.

Vendetta e riscatto nella parte finale

Nell’atto conclusivo, Tornado incarna la forza del suo nome, attraversando un paesaggio spietato per regolare i conti con i criminali guidati da Sugarman. Pur richiamando le atmosfere di Kurosawa, il film mantiene un’impronta più grezza e meno epica rispetto a capolavori come Seven Samurai. Le battaglie sono caratterizzate da un realismo sanguigno, contrastato da momenti di humor nero, come un villain che si infilza accidentalmente su una spada conficcata in un albero o una mano mozzata nella lotta.

Un ritratto intenso e originale

L’essenzialità delle scontri e l’ambiente spoglio concorrono a delineare una storia fedele al tono cupo del racconto, quella di una ragazza smarrita che impara a convivere con ogni sfaccettatura di sé stessa. Nei numerosi primi piani che catturano la passione e la rabbia negli occhi di Tornado si percepisce una protagonista tutt’altro che ordinaria, capace di scuotere lo spettatore con il suo carisma complesso.

Conclusione: un viaggio violento e coinvolgente

Tornado si afferma come un’avventura di formazione dura e senza filtri, narrata con uno sguardo originale che fonde culture e generi, grazie anche a una performance convincente di Kōki e alle intriganti interpretazioni di Tim roth, Takehiro Hira e Jack Lowden. La colonna sonora corposamente drammatica e l’umorismo nero inserito sapientemente contribuiscono a donare al film un carattere memorabile, capace di rimanere impresso nella mente dello spettatore.