Le scoperte scientifiche più affascinanti tra robot, scimpanzé e città sotterranee
Speciale relatività visibile in laboratorio
Uno degli aspetti più noti della teoria della relatività speciale di Albert Einstein è la dilatazione del tempo e la contrazione delle lunghezze. Nel 1959,due fisici ipotizzarono un ulteriore fenomeno: un oggetto che si muove a velocità prossime a quella della luce dovrebbe apparire anche ruotato. Finora questa rotazione non era mai stata dimostrata sperimentalmente,ma un gruppo di ricercatori della Technische Universität Wien (TU Wien) ha trovato il modo di riprodurre questo effetto nel laboratorio grazie all’uso di impulsi laser ultra-rapidi e telecamere ad alta velocità.
La loro ispirazione è venuta dall’arte: in passato avevano collaborato con l’artista Enar de Dios rodriguez per progetti che combinavano fotografia ultra-rapida e luce rallentata.Per l’esperimento hanno movimentato forme geometriche come cubi e sfere, illuminandole con lampi laser ultra-brevi e fotografandole ripetutamente. regolando minuziosamente i tempi, sono riusciti a simulare una “velocità della luce” artificiale di appena 2 m/s, permettendo così di catturare visivamente la rotazione prevista dalla teoria. Il risultato? Il cubo appare visibilmente torcito e la sfera mostra un polo Nord spostato rispetto alla posizione reale, un’illustrazione tangibile di un effetto relativistico mai osservato prima.
Il ritmo nelle percussioni degli scimpanzé
Gli scimpanzé utilizzano le radici degli alberi per comunicare, con un gesto che assomiglia al tamburellare accompagnato dalle vocalizzazioni chiamate “pant-hoot”. Uno studio pubblicato su Current Biology rivela che questa pratica non è casuale, ma segue schemi ritmici molto simili a quelli umani, caratterizzati da tempi non casuali e isocronia.
Analizzando 371 sessioni di tamburellamento in 11 comunità di scimpanzé in Africa dell’Est e dell’ovest, gli scienziati hanno scoperto differenze nette tra le popolazioni: gli scimpanzé dell’ovest mantengono un tempo costante e cominciano a tamburellare prima durante le vocalizzazioni, utilizzando ritmi più veloci; quelli dell’est alternano colpi più lunghi a colpi più brevi. Questi risultati suggeriscono che il ritmo nei primati ha radici antiche e potrebbe aiutarci a comprendere le origini dell’espressione musicale umana.
Due maestri del jazz e i loro stili a confronto
Joe Pass e Wes Montgomery sono due leggende della chitarra jazz del XX secolo, noti per stili di esecuzione molto distinti. Montgomery, ad esempio, suonava senza plettro, usando il pollice per pizzicare le corde, una tecnica sviluppata durante le notti in cui praticava in silenzio per non disturbare la famiglia. Pass, invece, utilizzava tecniche miste come il fingerpicking e il flatpicking.
due ricercatori dell’Università del Texas hanno modellato le interazioni tra dita, pollice e plettro con le corde, sottoponendo l’analisi alle leggi dell’acustica. Hanno scoperto che Montgomery otteneva un tono più caldo pizzicando vicino al ponticello, mentre Pass combinava il plettro e la posizione più vicina al manico per un suono ricco e pieno. Il pollice produce un “pizzico” più morbido, mentre il plettro genera un suono più percussivo. Questo modello acustico potrebbe un giorno migliorare la sintetizzazione digitale di chitarre o aiutare i musicisti ad affinare la propria tecnica.
Il paesaggio sonoro della città sotterranea di Derinkuyu
In Turchia, la città sotterranea di Derinkuyu si estende su sette livelli ed è stata scavata nella roccia vulcanica intorno all’VIII secolo a.C. Con i suoi canali di ventilazione e tunnel che collegano anche un’altra città sotterranea, Kaymakli, Derinkuyu ha accolto fino a 20.000 persone in momenti di crisi storici diversi, come le guerre arabo-bizantine o la fuga degli armeni nel XX secolo.
Nonostante il suo valore archeologico, finora poco si è saputo riguardo all’acustica del sito.Sezin Nas, esperta di acustica architettonica dell’Università di Galata a Istanbul, ha studiato le proprietà sonore di chiese, abitazioni e cucine della città, utilizzando misurazioni 3D per ricostruire il paesaggio sonoro virtuale. La speranza è non solo di migliorare i futuri design delle città sotterranee, ma anche di permettere ai visitatori di immergersi nell’atmosfera sonora di Derinkuyu, un’esperienza quasi sensoriale del passato.
Un robot del MIT che gioca a ping-pong con precisione sorprendente
Da decenni la robotica sperimenta con macchine capaci di giocare a ping-pong, uno sport che richiede velocità, precisione e capacità di adattamento dinamico. I ricercatori del MIT hanno sviluppato un robot bipede, modificando il braccio del modello “Humanoid” aggiungendo un grado di libertà al polso, così da poter manovrare una racchetta da ping-pong.
Nel test con 150 lanci di palline, il robot ha mostrato una precisione impressionante nel ritorno: 88,4% con lo swing “loop”, 89,2% con “drive” e 87,5% con “chip”. La velocità di colpo raggiunge i 19 m/s,paragonabile ai giocatori avanzati. Inoltre, grazie a nuovi algoritmi di controllo, il robot può mirare il colpo, pur restando per ora limitato a una posizione fissa sul tavolo. In futuro è previsto un sistema di montaggio su piattaforma mobile per ampliare la sua capacità di movimento.
Perché i gatti arancioni sono quasi sempre maschi
Il caratteristico pelo arancione dei gatti domestici, comune soprattutto nei maschi, ha incuriosito gli scienziati per decenni. La sua relazione con il sesso non è un caso: la mutazione genetica all’origine del colore è legata al cromosoma X. Recenti studi, approfittando dell’espansione delle risorse genomiche feline e di campionamenti in cliniche veterinarie, hanno identificato una mutazione nel gene Arhgap36, attiva solo nelle cellule pigmentate dei gatti arancioni.
Questa mutazione interferisce con la via molecolare che regola il colore del pelo in altri animali, spiegando perché il fenomeno è tipico solo dei felini domestici. Una curiosità evolutiva: un gene considerato neutro può acquisire nuove funzioni, influenzando l’adattamento della specie e allarghiamo così la nostra comprensione della biodiversità genetica.
Rivalutazione di un presunto massacro romano nell’Inghilterra preromana
Negli scavi di Maiden Castle, un’antica fortezza dell’età del Ferro nel Regno Unito, furono ritrovati decine di scheletri con ferite gravi alla testa e al torso. per molto tempo si è pensato a una battaglia violenta tra tribù locali e gli invasori romani,culminata in un massacro.
Una recente analisi degli archeologi dell’Università di Bournemouth ha messo in dubbio questa interpretazione. Tramite datazioni al radiocarbonio e un riesame delle evidenze, è emerso che quelle persone furono probabilmente vittime di conflitti interni tra Britanni, protratti per diverse generazioni tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., prima della conquista romana. Ancora oggi il sito conserva molte testimonianze da esplorare, che potrebbero chiarire ulteriormente questo capitolo complesso della storia britannica.
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