Gli alberi svelano segnali nascosti prima delle eclissi solari

Gli alberi svelano segnali nascosti prima delle eclissi solari
Gli alberi svelano segnali nascosti prima delle eclissi solari

Gli abeti rossi anticipano le eclissi solari: la sorprendente comunicazione delle foreste

Un’inedita ricerca condotta dall’Istituto Italiano di Tecnologia insieme alla University of the West of England rivela come gli abeti rossi possano percepire l’imminente oscuramento solare,trasmettendo segnali biochimici ai vicini. In pratica,gli alberi si scambiano informazioni per avvisare la comunità vegetale dell’arrivo di un’eclissi,un fenomeno che dimostra come le foreste agiscano come organismi viventi multidimensionali.

Sincronizzazione bioelettrica e memoria degli alberi

Sul terreno, i ricercatori hanno osservato che diversi esemplari sincronizzano le loro risposte bioelettriche diverse ore prima dell’eclissi, costituendo così un sistema coordinato che coinvolge l’intera foresta.È interessante notare come gli alberi più maturi manifestino un’anticipazione più marcata, quasi a fare da “conservatori” di conoscenze ambientali accumulate in decenni, che poi trasmettono ai più giovani. Un meccanismo di comunicazione interno ed evoluto, che assembla pezzi di informazioni previsionali.

Le piante protagoniste di ecosistemi comunicativi complessi

Questa scoperta riafferma l’idea che le piante non siano mere passive nel loro habitat ma partecipino attivamente con comportamenti complessi e collaborativi,simili a quelli osservati in gruppi animali. Già nel 2018 uno studio dell’Università Agraria di Uppsala aveva dimostrato l’esistenza di reti sotterranee sofisticate, capaci di diffondere informazioni tra le piante circa le condizioni di superficie.

“Queste risposte sincronizzate e preventive sono essenziali per decifrare come le foreste dialogano e si adattano,” spiega Monica Gagliano, coautrice dello studio. “Stiamo osservando la celeberrima ‘wood wide web’ in azione.”

Sensori intelligenti sulle Dolomiti: un’orchestra vegetale sotto i riflettori

La ricerca si è basata su sensori progettati ad hoc, installati in una zona boschiva delle Dolomiti, capaci di catturare simultaneamente i segnali bioelettrici di molteplici alberi. Dall’analisi emerge come, prima e durante l’eclissi, l’attività elettrica diventi sempre più sincronica, confermando che la foresta reagisce come un unico sistema vivente che percepisce e interpreta stimoli esterni.

Alessandro Chiolerio, primo autore della ricerca, evidenzia come gli strumenti analitici avanzati, inclusi metodi basati sulla teoria quantistica dei campi, abbiano svelato una connessione più profonda tra alberi, indipendente dallo scambio fisico di sostanze, paragonabile a un’orchestra che esegue un brano complesso con momenti condivisi di perfetta armonia.

La saggezza degli alberi secolari e la resilienza degli ecosistemi

La relazione tra esemplari più anziani e giovani è forse l’aspetto più affascinante: i “guardiani” del bosco anticipano le risposte, guidando la collettività vegetale. Questo ruolo di memoria storica ambientale rafforza l’idea che proteggere le foreste più longeve significhi salvaguardare un archivio vivente di esperienza ecologica, cruciale per la stabilità e l’adattamento degli habitat naturali.

Un patrimonio vegetale raccontato sul grande schermo

Il progetto è stato documentato nel film ‘Il codice del Bosco’ e pubblicato su Royal Society Open Science, portando alla luce un nuovo modo di osservare il bosco, non solo come una semplice aggregazione di alberi ma come un complesso ecosistema in dialogo costante.