Il grido di Caritas Roma: serve una risposta vera alla povertà estrema nelle strade della città
Una tragedia che scuote, un segnale d’allarme sulle condizioni di invisibilità in cui vivono troppe persone a Roma. La morte di una donna e della sua bambina a Villa Pamphili diventa lo specchio di un problema più ampio, di una realtà sociale spesso trascurata e negletta.
Giustino Trincia, direttore di Caritas Roma, racconta un dato che non si può più ignorare: la capitale è attraversata da una povertà estrema che troppo spesso resta nascosta o volutamente ignorata.le strade ospitano un numero crescente di persone senza dimora, intrappolate in una precarietà che non lascia margini di speranza.
Oltre la cronaca: l’indifferenza che pesa sulle vite umane
Pur non entrando nelle questioni giudiziarie legate al caso, Trincia sottolinea un punto cruciale: ciò che manca è un’attenzione reale e concreta alle vite che si affievoliscono nell’ombra. L’indifferenza diventa un ostacolo insormontabile, un muro contro cui si infrangono le possibilità di soccorso e di intervento tempestivo.
Le istituzioni, in primis i servizi sociali, hanno il compito di fare molto di più, ma spesso l’azione pubblica non basta. La comunità intera, invece, è chiamata a un cambio di atteggiamento profondo: smettere di voltarsi dall’altra parte, iniziare a riconoscere e segnalare ciò che avviene sotto i nostri occhi. Solo così si può rompere la spirale dell’abbandono.
Ripensare l’aiuto: nuove strategie per i servizi sociali
La sfida riguarda anche l’organizzazione e la presenza sul territorio. Occorre un ripensamento integrale della rete dei servizi sociali, accompagnato da una strategia di intervento capillare e continuativa. Trincia evidenzia la necessità di aumentare il numero degli operatori impegnati «sulla strada», con un impegno che copra tutte le giornate e tutte le ore, senza pause.
Non si tratta solo di un impegno istituzionale ma di una mobilitazione collettiva, che coinvolga persone, comunità e pubbliche amministrazioni. Perché quando si parla di emarginazione e marginalità, la risposta deve essere globale, combinando risorse, sensibilità e strumenti efficaci.
Un appello per non restare spettatori
La situazione di precarietà cresce, alimentata da una serie di cause che spesso sfuggono alla vista comune. Ma chiedersi cosa possiamo fare,come società e come singoli cittadini,è il primo passo per evitare che altre tragedie simili si ripetano. Che valore assume una città se lascia indietro le sue persone più fragili?
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