L’ombra del crimine dietro l’omicidio di Sidhu Moose Wala: il racconto di Goldy Brar
A distanza di tre anni dall’omicidio che ha scosso il mondo della musica punjabi, un nuovo documentario di BBC Eye getta luce sugli eventi che hanno portato alla tragica fine di sidhu Moose Wala, intervistando Goldy brar, il gangster latitante che ha rivendicato l’attentato.
Chi era Sidhu Moose Wala e cosa è successo
Sidhu Moose Wala è stato assassinato in un angolo rurale del Punjab da sei uomini armati. La sua morte, avvenuta in circostanze violente, ha lasciato un segno indelebile non solo nella comunità artistica, ma anche in quella civile e giuridica. Secondo Brar, che attualmente sfugge alle autorità, il cantante avrebbe commesso errori imperdonabili, provocando un conflitto senza via d’uscita: “Non avevamo altra scelta che eliminarlo. Doveva pagare il prezzo delle sue azioni. O lui o noi. È semplice così”, ha dichiarato nel corso dell’intervista.
Le tensioni nascoste dietro l’omicidio
Il documentario suggerisce che i rapporti – mai chiari e spesso controversi – tra Moose Wala e alcune fazioni rivali del Punjab, in particolare con la gang di Lawrence Bishnoi, furono una delle cause scatenanti. Fonti anonime riportano contatti intermittenti tra il cantante e Bishnoi a partire dal 2018, segnale di un legame intricato e problematico.
Il motivo del conflitto con il Bambiha gang
Brar spiega che la scintilla nacque quando Sidhu Moose Wala decise di sponsorizzare un torneo di kabaddi in un villaggio controllato dal gruppo Bambiha, rivale storico. Nonostante gli avvertimenti, Moose Wala si esibì nell’evento, innescando una serie di tensioni che non si placarono.
Un fossato temporaneamente colmato, poi la violenza
La situazione sembrò trovare una tregua grazie a Vicky Middukhera, affiliato a Bishnoi. Tuttavia, il 2021 vide l’uccisione di Middukhera a Mohali, con la responsabilità rivendicata dal Bambiha gang. Nel contempo, l’assistente di Moose Wala, Shaganpreet Singh, venne accusato di aver facilitato i responsabili e fuggì in Australia. Moose Wala negò categoricamente ogni coinvolgimento e non risultò formalmente incriminato.
La giustizia secondo Goldy Brar
Il latitante, inseguito dalle forze dell’ordine anche con un mandato internazionale, motiva il gesto estremo come una forma di punizione che lo Stato ha rifiutato di applicare:
“Avrebbe dovuto essere arrestato e processato, ma le nostre richieste sono state ignorate. Quando il rispetto e la giustizia cadono nel vuoto, a essere ascoltate sono le pallottole.”
Il documentario e il peso della memoria
attraverso immagini d’archivio e testimonianze di amici e colleghi come il produttore indo-canadese byg Byrd, il rapper inglese Sunny Malton e il giornalista Kamaldeep Singh Brar, il lavoro audiovisivo percorre la parabola artistica di Moose Wala, intrecciandola al contesto di rivalità criminali che infiammano il Punjab.
Controversie legali e impatto familiare
Nonostante un ricorso presentato dal padre di Sidhu, Balkaur Singh, per bloccare la diffusione del documentario – temendo ripercussioni sul processo in corso e sulla privacy della famiglia – il filmato è stato reso disponibile pubblicamente su youtube.
Le indagini e i retroscena dell’omicidio
Le autorità, dopo la sparatoria in cui Moose Wala fu colpito da 24 proiettili, hanno identificato sei sospettati armati che lo seguivano quel giorno. Da allora sono stati arrestati trenta individui legati all’episodio, mentre due presunti sicari sono deceduti in scontri a fuoco con la polizia locale.
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