Brokeback Mountain’: da battuta a capolavoro del cinema LGBTQ

Brokeback Mountain’: da battuta a capolavoro del cinema LGBTQ

Brokeback Mountain: Il Viaggio Difficile di un “Gay Cowboy” Verso il Riconoscimento

Quando il progetto di Brokeback Mountain cominciò a farsi strada nelle sale di Hollywood alla fine degli anni ’90, era considerato una *”barzelletta”*: lo “script del cowboy gay”. A ricordarlo è James Schamus, produttore del film, che ripercorre il lungo cammino di un copione tratto dal celebre racconto di Annie Proulx, scritto da diana Ossana e Larry McMurtry. Il testo rimase bloccato per anni in uno sviluppo incerto, finché nel 2001 Schamus, noto per le sue collaborazioni con Ang Lee e todd Haynes, ne acquistò i diritti. Un produttore, di cui non fa il nome ma fa ironia sulla sua attuale “riabilitazione”, aveva lasciato scadere l’opzione, così come tutti gli altri avevano evitato la sfida del racconto gay ambientato tra i cowboy, spesso considerato un tabù o motivo di scherno.

Un contesto Sociale e Culturale Ostile

All’epoca,la Hollywood degli anni 2000 respirava un’atmosfera completamente diversa. L’America di George W. Bush vedeva il matrimonio tra persone dello stesso sesso vietato a livello federale, e l’immagine del “cowboy gay” suonava come uno scherzo troppo audace per molti. Come sottolinea Schamus,la battuta sul cowboy gay era difficile da superare per il pubblico e gli addetti ai lavori.

il Riscatto di un Film Iconico

Oggi, a quasi vent’anni dall’uscita e in vista della sua riedizione celebrativa, Brokeback Mountain è una pietra miliare del cinema queer e un capolavoro riconosciuto in tutto il mondo. Diretto da Ang Lee e con protagonisti Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, il film fu realizzato con meno di 15 milioni di dollari e incassò oltre 178 milioni globalmente, cambiando per sempre il modo di raccontare le storie d’amore LGBTQ+. La sua sconfitta agli Oscar come miglior film a favore di Crash rimane una delle scelte più controverse della storia dell’Academy.

Una Storia d’Amore Forzata Dal silenzio e dal Pregiudizio

Non erano cowboy nel senso classico: ennis (Ledger) e Jack (Gyllenhaal) erano pastori al lavoro sui pascoli del Wyoming nel 1963. Una notte, jack, ubriaco, fa uno sguardo audace verso Ennis, ancora profondamente nascosto riguardo alla sua sessualità.Segue una relazione intensa e breve, una passione proibita che li accompagnerà per tutta la vita, nonostante entrambi si sposino e conducano vite separate. Ang Lee racconta come il film tocchi corde esistenziali, narrando un amore negato e privo di parole per definirlo, capace di lasciare un’ombra profonda e struggente.

Il Difficile Cammino Verso la Realizzazione

Inizialmente Schamus sperava di affidare la regia a un regista apertamente gay, ma dopo l’abbandono di Gus Van sant e altre difficoltà, la scelta cadde sull’amico di lunga data Ang Lee, nonostante il suo matrimonio con una donna. Lee fu attratto dalla sceneggiatura, ma dopo aver girato Hulk, sembrava pronto al ritiro, finché Brokeback Mountain non continuò a perseguitarlo con la sua forza narrativa. Fu così Schamus, ora con maggiori risorse grazie alla nascita di Focus features, a rimettere in pista il progetto, dimostrando una determinazione fuori dal comune per farlo uscire dal limbo.

Un Casting Contraddistinto da Rifiuti e Scelte Coraggiose

Schamus ricorda la lunga lista di attori che diedero buca, spaventati dal tema o dal rischio di essere etichettati. Mark Wahlberg confessò di essere “infastidito” dallo script, mentre Matt Damon, già reduce da ruoli simili, si tirò indietro per non “ripresentare il cowboy gay”. La paura dello stigma era palese. Tuttavia, nella rosa finale emersero protagonisti che avrebbero segnato la loro carriera: Anne Hathaway, Michelle Williams e Jake Gyllenhaal ricevettero le loro prime nomination agli Oscar, mentre la performance di Heath Ledger spiccò per la sua intensità sotterranea, diventando un ruolo iconico nella sua carriera prematuramente interrotta.

La dedizione Silenziosa di Heath Ledger

Schamus racconta infine di quel momento magico in cui Ledger si presentò al casting: “Ecco il personaggio”. E fu subito chiaro a tutti.Lee, inizialmente incerto, vide la vera portata del talento di Ledger solo col film. L’attore, isolato e immerso in un lavoro estenuante, trovò nella direzione rigorosa di Lee, ma con spazio all’autoanalisi, la chiave per una resa straordinaria. A differenza di molti, Ledger osservava i suoi ciak con attenzione, migliorandosi con ogni ripresa.

Una Rappresentazione Coraggiosa e Necessaria

Brokeback Mountain non evitò scene esplicite e intime, girate con maestria in un unico piano sequenza, dimostrando l’ardire di mostrare un amore gay senza compromessi in un’epoca in cui era ancora considerato “coraggioso” anche solo interpretarli. Questo sforzo fu parte di una più ampia riflessione sul ruolo degli attori eterosessuali in ruoli LGBTQ+ e sull’evoluzione della sensibilità sociale.

Il Successo Ostacolato e le Polemiche

Nonostante il trionfo critico e il favore del pubblico, la pellicola fu inizialmente boicottata in alcune zone tradizionaliste, con molte sale che si rifiutarono di proiettarla. il rifiuto della Palma d’Oro a Cannes e l’accoglienza trionfale a Venezia segnarono un prequel importante al successo alla stagione dei premi. Il mondo dello spettacolo fu però diviso: mentre alcuni evitavano il film per via del suo contenuto, altri si espressero con sincerità e pungente ironia sul tema del “gay cowboy”, rivelando tensioni culturali ancora radicate.

La Vittoria Mancata agli Oscar e le Sue Ragioni

Seppur candidato come miglior film, Brokeback Mountain perse agli Oscar contro Crash, un film sulla razza dai toni più diretti. L’episodio divenne emblematico di un’industria incapace di liberarsi dai pregiudizi latenti. Jack Nicholson, presente alla cerimonia, raccontò di aver votato proprio per Brokeback ma di essersi trovato in minoranza. Quella sconfitta, nel tempo, suona come un errore grossolano del passato.

Un’Eredità che Continua a Ispirare

Negli anni, Brokeback Mountain si è imposto come un classico moderno, inserito nelle classifiche dei migliori film LGBTQ+ contemporanei e di riferimento per una nuova generazione di cineasti. La sua campagna innovativa aveva messo in luce fin dall’inizio un elemento chiave: la connessione con il pubblico attraverso piattaforme online dove migliaia condividevano le proprie storie di amore, dolore e accettazione, creando un legame che andava ben oltre la pellicola stessa.

“L’impatto non è stato solo il film. È stato creato da una cultura internet ai suoi albori, meno complicata di quella di oggi.” – James Schamus

Il racconto di Brokeback Mountain rimane un promemoria potente su come il cinema possa sfidare il tempo e cambiare le narrazioni collettive, trasformando quella che sembrava una barzelletta in una testimonianza d’amore senza tempo.

Giuseppe Rossi è un appassionato storyteller e content curator con una solida esperienza in ambiti diversi, dalla cultura e lifestyle alla tecnologia e viaggi. Laureato in Lettere Moderne, ha collaborato con diversi siti web e community online, creando articoli chiari e coinvolgenti per un pubblico ampio. Curioso di natura, si tiene sempre aggiornato su tendenze e curiosità, trasformando ogni argomento in un piccolo spunto di riflessione. Nel tempo libero ama esplorare nuovi itinerari in bicicletta e sperimentare ricette regionali in cucina.