Contaminazione plastica nel cervello: impatti duraturi sulla salute
Nuove indagini scientifiche dimostrano che il cervello di un adulto può accumulare in media circa 10 grammi di nano- e microplastiche nel corso degli anni – una quantità paragonabile all’incisura di un cucchiaino o alle dimensioni di una matita. Le analisi effettuate su campioni post-mortem di cervello, fegato e reni hanno rilevato un aumento del 50% rispetto alle stime del 2016, con dati che evidenziano concentrazioni di particelle fino a tre-quattro volte maggiori nei soggetti affetti da condizioni neurodegenerative. In termini comparativi, il cervello risulta contenere quantità di plastiche fino a trenta volte superiori rispetto ad altri organi vitali come fegato e reni.
Effetti ambientali e connessioni con le funzioni cognitive
Un’analisi condotta su oltre 218 contee in 22 stati americani ha messo in luce come le aree costiere, dove le acque sono maggiormente imbevute di nano- e microplastiche, presentino performance cognitive inferiori. le comunità che vivono in prossimità di zone ad alta contaminazione registrano anche una maggiore incidenza di disabilità neurologiche, suggerendo un legame preoccupante tra l’inalazione o l’ingestione di queste particelle e il progressivo deterioramento delle funzioni cerebrali.
Vie di esposizione e strategie per ridurre l’ingresso di plastiche
Modi per limitare l’ingestione quotidiana
Sebbene rimuovere completamente la plastica dall’ambiente quotidiano rappresenti una sfida irrealistica, esistono diverse azioni pratiche per limitare l’assorbimento di nano- e microplastiche:
- Acqua potabile: Passare dall’uso di bottiglie in plastica all’acqua del rubinetto può ridurre significativamente il numero di particelle ingerite, evitando esposizioni che variano da diverse migliaia a quasi centinaia di migliaia di particelle all’anno.
- Prodotti confezionati: Molti alimenti e bevande, come alcuni alcolici e prodotti ittici, possono veicolare contaminanti. Scegliere prodotti da filiere controllate e preferire cibi freschi si configura come una scelta più sicura.
- Pratiche di riscaldamento sicuro: Utilizzare recipienti in vetro, ceramica o acciaio anziché contenitori plastici per riscaldare o preparare gli alimenti evita il rischio di rilascio di particelle inquinanti. Ad esempio, utensili di metallo o di ceramica per la preparazione del tè e la cottura nel forno a microonde rappresentano alternative affidabili.
- Conservazione in modalità sostenibile: Evitare di riporre cibi in imballaggi plastici, specialmente se destinati a lunghi periodi di conservazione, contribuisce a minimizzare l’assorbimento di sostanze chimiche come il bisfenolo A (BPA), noto per la sua rapida accumulazione nel corpo.
- Riduzione degli alimenti ultra processati: prodotti alimentari industriali possono presentare livelli significativamente elevati di microplastiche. Ad esempio, alcuni snack confezionati offrono concentrazioni molto superiori rispetto a cibi preparati in casa, e una diminuzione del loro consumo può avere un impatto positivo sul benessere generale e sui processi infiammatori cerebrali.
Diminuire l’esposizione ambientale
Oltre alla via alimentare, l’aria rappresenta una fonte importante di contaminazione.un adulto può respirare all’incirca 62.000 nanoparticelle di plastica ogni anno. Sebbene l’impiego di filtri HEPA sia in grado di rimuovere oltre il 99% delle particelle con diametro inferiore a 0,3 micron, gli effetti a lungo termine di una inalazione cronica restano ancora da approfondire.
Innovazioni nella ricerca e nuove prospettive per un futuro più sano
La complessità intrinseca dei polimeri e degli additivi plastici complica notevolmente lo studio degli effetti sulla salute umana. Mentre il monitoraggio di alcuni tessuti risulta relativamente immediato, l’analisi del cervello richiede tecniche post-mortem, limitando la possibilità di studi diretti nell’uomo. Esperimenti innovativi condotti sul modello dei pesci hanno dimostrato come una riduzione dell’esposizione possa tradursi in una diminuzione fino al 75% del carico plastico cerebrale dopo soli 75 giorni di ambiente privo di contaminazione.
La carenza di studi approfonditi evidenzia l’urgenza di sviluppare metodologie più precise per valutare l’impatto reale delle plastiche sulla salute. Nel frattempo, scelte pratiche—tra cui la riduzione dell’uso di recipienti in plastica e la predilezione per alimenti freschi—possono costituire un valido strumento per salvaguardare il benessere neurologico.
Verso uno stile di vita più sostenibile e consapevole
In un’epoca in cui la presenza di plastica è sempre più invadente, adottare abitudini quotidiane che riducano l’esposizione a nano- e microplastiche diventa un imperativo fondamentale non solo per la salute personale, ma anche per la tutela dell’ambiente. Scegliere alternative ecocompatibili e informarsi sulle soluzioni innovative può davvero fare la differenza nella lotta a un inquinamento destinato a peggiorare se non si interviene tempestivamente.
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