Erionite: conosci la fibra pericolosa e i suoi luoghi di presenza

Erionite: conosci la fibra pericolosa e i suoi luoghi di presenza
Erionite: conosci la fibra pericolosa e i suoi luoghi di presenza

La minaccia nascosta nelle rocce vulcaniche: erionite, il minerale letale

Un minerale spesso trascurato e presente in numerose formazioni vulcaniche si sta rivelando una delle più insidiose minacce per la salute. L’erionite,una fibra minerale largamente impiegata in edilizia e agricoltura,possiede proprietà cancerogene molto superiori a quelle dell’amianto e può innescare forme particolarmente aggressive di mesotelioma.

Un pericolo silenzioso e invisibile

Nascosta all’interno di rocce come i tufi e altri materiali piroclastici, l’erionite si diffonde nell’ambiente senza lasciare tracce visibili ad occhio nudo. In alcune regioni, come certi territori della Turchia, l’utilizzo di pietra contaminata ha correlato l’insorgenza di tassi di mesotelioma ben oltre ogni previsione.Studi recenti hanno evidenziato che la tossicità dell’erionite può essere fino a 100 volte maggiore rispetto a quella dell’amianto, rendendo la sua presenza un serio problema di salute pubblica.

Dove si trovano i depositi di erionite?

L’erionite, facente parte della famiglia delle zeoliti, è estratta da numerosi siti vulcanici presenti in oltre 26 Paesi, con più di 100 località note. In Italia, i primi avvistamenti risalgono agli anni ’70 con segnalazioni nelle aree dei Monti Lessini (Veneto) e in diverse zone della Sardegna. Ricerche più moderne hanno portato alla luce ulteriori depositi, per esempio nella provincia di Vicenza, mentre si ipotizza anche una presenza nelle regioni dei Colli Albani (Lazio) e dei Campi Flegrei (Campania). Anche in altre nazioni europee – Germania, Francia, Austria e Repubblica Ceca – sono stati riscontrati accumuli di questo pericoloso minerale, sebbene manchi una mappatura geologica completa che irradi il rischio.

Perché l’erionite è così dannosa?

La gravità del rischio derivante dall’erionite è riconosciuta a livello globale: essa è classificata come cancerogena certa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le caratteristiche che la rendono particolarmente pericolosa includono:

  • Struttura fibrosa: Le sue lunghe e sottili fibre penetrano in profondità nei tessuti umani, rendendo difficile la loro rimozione.
  • Elevata biopersistenza: Una volta inalata, la fibra resiste ai meccanismi difensivi dell’organismo, causando infiammazioni croniche.
  • Interazione nociva con le cellule: Durante il tentativo dei macrofagi di eliminarla, si innesca una reazione di “frustrazione della fagocitosi” che altera il pH, sovrastimola i mitocondri e produce un eccesso di radicali liberi, capaci di danneggiare DNA, membrane e altre strutture cellulari.

Questo insieme di reazioni patologiche favorisce il sorgere di tumori maligni, in particolare il mesotelioma, come dimostrato da numerosi casi documentati in regioni che utilizzano materiali contenenti erionite per la costruzione di edifici.

Impieghi industriali e rischi di esposizione inaspettata

Nonostante non sia stata oggetto di una commercializzazione su larga scala come l’amianto, l’erionite viene indirettamente utilizzata a causa della presenza naturale nelle rocce vulcaniche. Questi materiali sono impiegati in diverse applicazioni:

  • Settore edilizio: I tufi e altre zeoliti naturali vengono trasformati in cementi, malte, laterizi e fibrocemento, costituendo il nucleo di molte costruzioni.
  • Agricoltura: Le proprietà delle zeoliti vengono sfruttate per migliorare la fertilità del suolo e come componenti in lettiere e integratori per mangimi.
  • Industria chimica: Materiali simili all’erionite sono utilizzati per il trattamento delle acque, in processi catalitici e per la produzione di agenti essiccanti.

Il rischio si intensifica quando rocce e materiali contaminati non vengono identificati e monitorati adeguatamente. Durante le fasi di estrazione, lavorazione o demolizione, le fibre di erionite possono disperdersi nell’aria, esponendo sia gli operatori che le comunità circostanti a pericolose inalazioni.

Misure preventive e monitoraggio territoriale

Negli ultimi anni, l’attenzione verso il monitoraggio dei depositi naturali a rischio è cresciuta sensibilmente. Le autorità sanitarie e il mondo della ricerca stanno intensificando gli sforzi per mappare le aree potenzialmente contaminate e sperimentare soluzioni alternative che eliminino l’impiego di materiali contenenti fibre pericolose.

Pur essendo vietata la commercializzazione di minerali cancerogeni,l’erionite non è ancora regolamentata in modo specifico come l’amianto. Questa lacuna normativa sottolinea l’urgenza di sviluppare una mappatura dettagliata dei depositi e di lanciare campagne di informazione rivolte alla popolazione, per minimizzare rischi e prevenire eventuali crisi sanitarie.

Espansione della consapevolezza ambientale

L’erionite rappresenta una minaccia reale e spesso trascurata, soprattutto in quelle aree vulcaniche in cui il minerale si integra in materiali da costruzione e suoli coltivati. La conoscenza approfondita dei meccanismi cellulari responsabili dei danni e l’incremento delle patologie correlate hanno spinto ricercatori e responsabili politici a prendere seriamente in considerazione questa problematica.

Promuovere un’informazione chiara e diffusa diventa quindi essenziale per ridurre i rischi di esposizione e proteggere la salute pubblica, favorendo interventi tempestivi che tutelino intere comunità e garantiscano un ambiente più sicuro per il futuro.

Giuseppe Rossi è un appassionato storyteller e content curator con una solida esperienza in ambiti diversi, dalla cultura e lifestyle alla tecnologia e viaggi. Laureato in Lettere Moderne, ha collaborato con diversi siti web e community online, creando articoli chiari e coinvolgenti per un pubblico ampio. Curioso di natura, si tiene sempre aggiornato su tendenze e curiosità, trasformando ogni argomento in un piccolo spunto di riflessione. Nel tempo libero ama esplorare nuovi itinerari in bicicletta e sperimentare ricette regionali in cucina.