PFAS nelle acque potabili: il Parlamento valuta un nuovo decreto

PFAS nelle acque potabili: il Parlamento valuta un nuovo decreto
PFAS nelle acque potabili: il Parlamento valuta un nuovo decreto

Nuovi limiti per i PFAS nella lotta alla contaminazione delle acque potabili

il Parlamento italiano è pronto a discutere un decreto legge urgente,approvato dal Consiglio dei ministri il 13 marzo scorso. Questo provvedimento introduce limiti severi per i PFAS (composti poli e perfluoroalchilici) nelle acque potabili e segna la prima regolamentazione per il TFA (acido trifluoroacetico), uno dei composti più comuni della famiglia PFAS.

La situazione allarmante

La necessità di questo decreto è stata accentuata dall’inchiesta di Greenpeace Italia, intitolata “Acque senza veleni”. Questo studio ha rivelato una realtà preoccupante: la contaminazione da PFAS è un problema diffuso in tutte le regioni italiane. Questi inquinanti, definiti “inquinanti eterni”, si accumulano nell’ambiente e nel nostro organismo, presentando potenziali effetti nocivi per la salute pubblica.

I limiti proposti

Il decreto, attualmente in esame presso le Commissioni parlamentari, prevede di limitare la “Somma di 4 PFAS” (PFOA, PFOS, PFNA e PFHxS) a 20 nanogrammi per litro. Sebbene questo limite sia conforme a quello stabilito in Germania, ci troviamo ancora lontani dai criteri estremamente severi adottati da altri Paesi, come Danimarca e Svezia, dove i valori sono fissati rispettivamente a 2 e 4 nanogrammi per litro.Un esperto del settore ha espresso soddisfazione per tali progressi, ma ha avvertito che è imperativo fissare soglie più basse, puntando a un valore di zero tecnico. Questo esperto ha anche sottolineato l’importanza di una legge che vieti definitivamente la produzione e l’uso di PFAS.

monitoraggio e regolamentazione del TFA

Oltre a mettere in atto limiti per i PFAS noti, il decreto apre la strada al monitoraggio di altre sostanze, comprese quelle presenti nell’ex stabilimento Solvay di Alessandria, ora noto come Syensqo. Per il TFA, il limite è stato predisposto a 10 microgrammi per litro, una necessità impellente poiché questo composto non era stato finora soggetto a regolamentazione.

I dati suggeriscono che il TFA è già presente nelle acque italiane, ponendo così ulteriori interrogativi sulla salute pubblica e sull’integrità ambientale. Non è solo questione di salvaguardare la salute dei cittadini, ma anche di garantire che l’acqua potabile sia realmente pura e sicura per il consumo.

La consapevolezza della società civile

Il vicepresidente della Camera ha manifestato entusiasmo per la proposta di questo decreto, ma ha fatto notare che un limite di 20 nanogrammi per litro è insufficiente, specialmente in regioni fortemente contaminate. Durante il suo mandato, era stata avanzata l’idea di un valore di zero per le acque potabili, un obiettivo a cui si deve ambire con urgenza.Questo passaggio evidenzia come la società civile sia sempre più attenta e attiva. La pressione esercitata dai cittadini si sta rivelando determinante nel promuovere un cambiamento significativo, spingendo i governi a riconoscere l’urgenza di affrontare queste sostanze inquinanti.

L’importanza dell’informare

non basta fare affidamento solo sulle azioni politiche. È fondamentale che i cittadini acquisiscano consapevolezza riguardo alla reale condizione delle acque potabili in Italia. Solo comprendendo a fondo la situazione, sarà possibile richiedere un cambiamento autentico. La disponibilità di informazioni accurate è cruciale; attualmente, più del 54% delle acque italiane supera i limiti consentiti di PFAS.

Coinvolgimento della comunità

Per rimanere aggiornati sui temi legati alla salute e all’ambiente, è fondamentale iscriversi ai canali informativi. La consapevolezza collettiva rappresenta il primo passo verso un ambiente più sano e una governance più responsabile.

Rischi per la salute

La ricerca ha dimostrato che il consumo di anche una sola porzione di pesce d’acqua dolce ad alto contenuto di PFAS può esporre i consumatori a rischi equivalenti a bere acqua contaminata per un mese intero. Questa relazione evidenzia la necessità di affrontare la questione dei PFAS con serietà e determinazione,poiché questi composti si trovano non soltanto nelle acque potabili,ma anche in molti prodotti quotidiani.

La battaglia contro i PFAS è fondamentale per la salute pubblica e richiede un intervento deciso e coordinato.È fondamentale agire con determinazione per garantire un ambiente pulito e sano, non solo per il presente, ma soprattutto per le future generazioni.