Scoperta sorprendente: la larva con microplastiche dal 1971

Scoperta sorprendente: la larva con microplastiche dal 1971
Scoperta sorprendente: la larva con microplastiche dal 1971

Durante la primavera del 1971, un entomologo recuperò una piccola larva d’insetto da un limpido torrente nei Paesi Bassi, conservandola in un cassetto di museo. Si trattava di un comune esemplare di friganea (Ironoquia dubia), la quale aveva creato la sua abituale custodia protettiva utilizzando detriti raccolti dall’ambiente acquatico. A quel tempo, nulla sembrava fuori posto.

Passati cinquant’anni, un’analisi più approfondita di quel reperto ha rivelato una scoperta sorprendente: tra foglie e granelli di sabbia, si nascondevano frammenti di microplastiche che non appartenevano alla natura. Attraverso tecniche avanzate come la microscopia e la spettroscopia a raggi X, è emersa la sconcertante verità che la larva aveva usato microplastiche per costruire la propria casa.

I costruttori di microplastiche

Le larve delle friganee sono note per la loro abilità nel costruire strutture protettive con ciò che trovano nel loro ambiente. In laboratorio, queste piccole creature acquatiche hanno dimostrato una versatilità sorprendente, impiegando materiali come pagliuzze d’oro, perle e bastoncini di cristallo. Tuttavia, in natura, sono costrette a utilizzare i detriti disponibili, che oggi comprendono anche i rifiuti derivanti dall’attività umana.

Il campione analizzato, proveniente da un torrente alimentato da una sorgente olandese, rappresenta ora il più antico esempio documentato di un organismo d’acqua dolce che ha integrato microplastiche nel proprio ecosistema vitale, anticipando di ben 47 anni la prima osservazione ufficiale di questo fenomeno, avvenuta nel 2018.

Negli anni ’70,erano già stati segnalati alti livelli di fibre sintetiche colorate nelle acque del Mare del Nord. Quel periodo segnò l’inizio visibile della presenza di microplastiche nell’ambiente marino, ma ora è chiaro che questa problematica era già presente alla fonte.

La plastica era già ovunque

La larva è stata trovata in un punto che sembrava incontaminato: la sorgente della Loenense Beek, un corso d’acqua che ha fornito acqua pulita per secoli nella campagna olandese.Eppure, anche in quel luogo, le microplastiche erano già presenti, non a causa di scarichi urbani, ma da fonti insospettabili.

Questa scoperta ribalta completamente le convinzioni consolidate.Si pensava che la plastica avesse iniziato ad accumularsi nei corsi d’acqua dolce solo negli ultimi decenni, mentre le evidenze suggeriscono che la contaminazione sia cominciata molto prima, in modo silenzioso ma profondo.

Il team di ricerca, guidato da Auke-Florian Hiemstra del Naturalis Biodiversity Center di Leiden, ha riesaminato vari campioni archiviati nei musei, cercando indizi trascurati di cambiamenti ecologici. Hanno scoperto un frammento di storia plastificata: piccole particelle sintetiche incorporate nella vita di un insetto acquatico.

Non è stata un’anomalia isolata; anche custodie raccolte nel 1986, vicino a Oosterbeek, mostravano frammenti blu di plastica, probabilmente originari di materiali di imballaggio espanso. In queste custodie, le larve avevano misto materiali naturali e artificiali per creare le loro protezioni.

Un singolo insetto potrebbe sembrare insignificante, ma rappresenta una prova schiacciante che riscrive la storia della contaminazione da plastica. Le microplastiche sono oggi tra i materiali più comuni sulla terra, rinvenibili nell’aria, nei suoli, nelle nubi e persino nei ghiacci polari.

Esse sono state trovate anche nel corpo umano, inclusi sangue, latte materno e tessuti cerebrali. secondo le stime, potremmo ingerire decine di migliaia di particelle di plastica all’anno, equivalenti a una carta di credito a settimana.

La larva che nel 1971 utilizzò plastica per costruire abitazioni non si stava solo adattando, ma lanciava un segnale d’allerta.Un avvertimento ignorato per decenni. Se le microplastiche erano già una realtà nelle catene alimentari d’acqua dolce all’epoca, esse hanno continuato a risalire, dai piccoli insetti ai pesci, fino a noi.

Eravamo lì. E stavamo già plasmando il mondo con la plastica. Solo che non ce ne siamo accorti.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science of The Total Environment.