Il fluoro è un componente diffuso nelle campagne di fluorizzazione dell’acqua e nei dentifrici, apprezzato per le sue capacità di prevenire la carie dentale. Tuttavia, la sua sicurezza, soprattutto in relazione allo sviluppo neurologico nei bambini, ha alimentato dibattiti per decenni.
Durante le fasi cruciali di crescita, il cervello infantile presenta una particolare sensibilità alle sostanze chimiche. I detrattori della fluorizzazione spesso richiamano studi che indicano potenziali effetti neurotossici. un esempio emblematico è quello riportato dal National Toxicology Program (NTP),che in prima analisi ha evidenziato il fluoro come un rischio per lo sviluppo,per poi rivedere tale posizione in seguito a contestazioni sulle evidenze utilizzate.
Recentemente, una nuova ricerca ha offerto un’interpretazione completamente differente. I ricercatori hanno scoperto che non ci sono effetti negativi legati all’uso del fluoro; anzi, i bambini che consumano acqua fluorurata presentano un punteggio medio del QI superiore di un punto rispetto ai loro coetanei.
L’analisi dello studio
Lo studio in questione ha esaminato i punteggi del QI di 357 individui, di età compresa tra i 16 e i 26 anni, partecipanti al National Child Oral Health Study condotto in Australia nel biennio 2012-2014.La valutazione delle capacità cognitive è stata effettuata tramite la Wechsler Adult Intelligence Scale, 4a edizione (WAIS-IV), uno strumento ben riconosciuto e affidabile.
I ricercatori hanno tenuto conto di variabili significative come lo stato socioeconomico, la durata dell’allattamento e eventuali diagnosi di problematiche neurologiche, rendendo i risultati più solidi e attendibili.
I dati raccolti dallo studio hanno evidenziato l’assenza di correlazione tra l’esposizione al fluoro durante l’infanzia e qualsiasi conseguente preoccupazione relativa ai risultati cognitivi. Le performance di individui esposti ad acqua fluorurata e quelli che presentano fluorosi dentale si sono rivelate simili nei test di intelligenza generalizzata (FSIQ).
È emerso che le persone con fluorosi dentale, considerata un biomarcatore di un’elevata assunzione di fluoro durante l’infanzia, avevano punteggi di QI in media superiori di 0,28 punti rispetto a chi non presentava tale condizione.
Questi risultati recenti suggeriscono che i vantaggi forniti dal fluoro nella prevenzione della carie dentale e nella promozione della salute orale superano di gran lunga le preoccupazioni infondate riguardo ai suoi effetti.
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