Gli USA impostano dazi del 3.521% sui pannelli solari asiatici

Gli USA impostano dazi del 3.521% sui pannelli solari asiatici
Gli USA impostano dazi del 3.521% sui pannelli solari asiatici

Aumento dei dazi sui pannelli solari importati: la strategia degli Stati Uniti

Il governo statunitense ha avviato misure significative contro l’importazione di pannelli solari provenienti da alcuni Paesi del Sud-est asiatico. Vietato l’ingresso nel mercato americano ai prodotti provenienti da Vietnam, Cambogia, Malesia e Thailandia, accusati di compromettere l’industria locale attraverso pratiche di pricing inferiore al valore di mercato.

Nuove tariffe alzate significativamente

nei mesi scorsi, l’International Trade Administration (ITA), l’agenzia governativa principale per il commercio, aveva già preannunciato tariffe preliminari. Tuttavia, recenti informazioni rivelano che le tariffe sono state aumentate drasticamente, in risposta a indagini sulle celle solari importate da queste nazioni.

L’ITA ha reso noto che le importazioni di pannelli solari da Cambogia, Malesia, Thailandia e Vietnam beneficiano di sussidi erogati dal governo cinese. Di conseguenza, gli Stati Uniti hanno introdotto dazi compensativi, che variano da quasi il 652% per la Cambogia a 34,5% per la Malesia, fino a 375% per la Thailandia e 395% per il Vietnam.

Dichiarazioni ufficiali del governo

Howard lutnick, Segretario al Commercio, ha dichiarato: “Stiamo chiedendo conto alla Cina per i sussidi che danneggiano l’industria americana. Le pratiche commerciali sleali non possono trovare scampo.” queste parole evidenziano la determinazione delle autorità statunitensi di proteggere il mercato locale dalle distorsioni.

La situazione delle aziende cambogiane

Le imprese cambogiane,tra cui Solar Long PV Tech e Hounen Solar,sono quelle maggiormente impattate da tali dazi. Lo scorso ottobre, queste aziende avevano informato le autorità americane di non poter più collaborare all’indagine antidumping. I legali americani avvertirono che questa decisione avrebbe avuto conseguenze gravi. Infatti, a distanza di poco tempo, entrambe le compagnie si sono trovate ad affrontare un’improvvisa impennata delle tariffe da pagare, insieme ad altre ditte come Jintek e ISC Cambodia.

Dazi come divieti mascherati

Nonostante l’applicazione di dazi elevati possa sembrare una misura contro il dumping, di fatto essa funge da divieto di importazione mascherato. Le aziende cinesi hanno, infatti, spostato gran parte della loro produzione verso questi Paesi per eludere i dazi esistenti.Questi nuovi dazi potrebbero,da un lato,favorire l’industria solare statunitense,ma,dall’altro,comportano pesanti ripercussioni per i consumatori. Con l’aumento dei costi per l’installazione di impianti solari, famiglie e aziende si troveranno a pagare di più per pannelli e componenti. È evidente che queste misure possono rallentare la transizione verso l’energia solare e inibire gli sforzi per una maggiore sostenibilità.

L’impatto sul mercato dell’energia

Di fronte a queste problematiche, emerge quindi una domanda cruciale: quale sarà il futuro dell’energia solare negli Stati Uniti? Se da un lato si cerca di proteggere l’industria locale, dall’altro le conseguenze al mercato potrebbero ostacolare progressi significativi verso la sostenibilità. In questo contesto complesso, le politiche commerciali devono trovare un equilibrio tra protezione del mercato interno e promozione dell’energia rinnovabile.