Catene di approvvigionamento etiche nel Regno Unito: il divieto dell’uso di pannelli solari derivanti da sfruttamento
L’altro volto dell’energia verde
Numerosi elementi costitutivi dei pannelli solari, tra cui polisilicio, cobalto e terre rare, provengono da regioni in cui permangono gravi forme di lavoro forzato, sfruttamento minorile e violazioni dei diritti umani. Aziende basate in Occidente,che si vantano del loro impegno verso pratiche sostenibili,possono,senza saperlo,contribuire a pratiche di sfruttamento lungo la filiera di produzione.
Un rapporto significativo del business and Human Rights center ha messo in luce come il trasferimento di manodopera nella regione uigura della Cina avvenga in un contesto caratterizzato da una “coercizione senza precedenti”, dove la paura di rieducazione e internamento è costante. Questo studio ha evidenziato il modo in cui questo regime coercitivo pervade l’intera catena di approvvigionamento dell’industria solare, influenzando anche i mercati a livello internazionale.
L’analisi indica che l’industria solare è particolarmente suscettibile al lavoro forzato nella regione uigura, poiché il 95% dei moduli solari dipende da un materiale fondamentale, il polisilicio, la cui produzione in quella zona rappresenta circa il 45% dell’offerta globale.
La nuova legge britannica contro lo sfruttamento
Great British Energy,l’ente pubblico britannico creato per facilitare la transizione verso l’energia pulita,ha introdotto un emendamento governativo per garantire catene di fornitura prive di lavoro forzato.L’intenzione è quella di diventare un esempio da seguire per l’etica delle supply chain nel settore energetico.
Questo significa che Great British Energy potrà escludere dai propri contratti fornitori che ricorrono a pratiche legali o moralmente discutibili. Il Ministro dell’Energia del Regno Unito, Michael Shanks, ha sottolineato:
“Great British Energy si distinguerà come leader nello sviluppo di catene di approvvigionamento libere da lavoro forzato, contribuendo al nostro obiettivo di diventare una nazione pioniera nella produzione di energia pulita. Essendo di proprietà del popolo britannico, rappresenterà un’istituzione di cui essere orgogliosi nel nostro percorso verso un futuro energetico sostenibile nel Regno Unito.”
L’impegno del governo britannico
Il governo del Regno Unito ha intrapreso azioni concrete per combattere il lavoro forzato all’interno della propria filiera di approvvigionamento, adottando misure specifiche. Tra queste,il Procurement Act 2023,che consente agli enti pubblici di rifiutare offerte e di rescindere contratti con fornitori coinvolti in sfruttamento.Per sostenere ulteriormente questa initiative, è stata prevista la creazione di una figura dirigenziale dedicata al monitoraggio delle catene di approvvigionamento etiche e alla lotta contro la schiavitù moderna. allo stesso tempo, il governo ha rilanciato la Solar Taskforce, un gruppo di lavoro orientato a garantire catene di approvvigionamento solari resilienti e sostenibili.
Incoraggiando gli sviluppatori di energie rinnovabili a migliorare la loro filiera, è stato attivato il programma Contracts for Difference, che include piani specifici per le catene di approvvigionamento. Sono state inoltre pubblicate nuove linee guida per assistere aziende e pubbliche amministrazioni nella stesura di dichiarazioni contro la schiavitù moderna,fornendo strumenti pratici per identificare e prevenire forme di sfruttamento.
La Solar Roadmap
La Solar Roadmap, che sarà pubblicata entro la fine dell’anno, presenterà la strategia del governo per triplicare la capacità solare del Regno unito entro il 2030. Questo piano prevede di raggiungere una capacità installata di 45-47 gigawatt (GW) entro il 2030 e 70 GW entro il 2035.Secondo Chris Hewett, Direttore generale di Solar Energy UK, i progressi nella costruzione di una filiera priva di violazioni dei diritti umani non ostacoleranno lo sviluppo dell’energia solare. L’emendamento adottato non compromette né l’obiettivo di un’energia pulita per il 2030 né il traguardo di zero emissioni al 2050.
Questo impegno non solo promuove lo sviluppo interno, ma sostiene anche l’obiettivo di una transizione energetica pulita per il 2030, grazie all’affidamento a fornitori britannici e internazionali che applicano pratiche sicure nelle proprie filiere.
Siamo social! Clicca e seguici per essere sempre connesso con noi!