Il monitoraggio dell’aria nei parchi nazionali a rischio
L’aria fresca dei parchi nazionali più puri degli Stati Uniti potrebbe non essere più monitorata come in passato. L’amministrazione Trump ha preso la decisione di sospendere, sebbene non abbattendo definitivamente, i contratti con due compagnie responsabili della raccolta dei dati sulla qualità dell’aria in 63 parchi nazionali. Questo programma, attivo da molti anni, ha fornito informazioni cruciali sugli inquinanti atmosferici come l’ozono e le particelle fini (PM), che sono stati collegati a gravi malattie pubbliche, tra cui asma, ictus e mortalità prematura.
Il Dipartimento degli Interni ha motivato tale sospensione con un generico ordine di fermo dei lavori, scatenando forti preoccupazioni tra scienziati, funzionari e difensori dell’ambiente. In seguito alla diffusione della notizia, una portavoce del National Park Service ha dichiarato la volontà di revocare la sospensione, ma le incertezze rimangono.
Un tesoro naturale a rischio
I parchi nazionali non rappresentano semplici aree protette; sono autentici laboratori all’aperto. Qui si studia la qualità dell’aria per comprendere l’influenza delle attività industriali circostanti. I dati ottenuti sono fondamentali per le agenzie federali,che devono decidere se concedere permessi a centrali elettriche e impianti industriali vicino a questi ecosistemi delicati.
Senza questo programma, molte aree perderanno una risorsa scientifica fondamentale per valutare l’impatto dell’inquinamento.Come sottolineato da Jim Schaberl, ex direttore delle risorse naturali dello Shenandoah National Park, molti Stati americani non dispongono né di fondi né di infrastrutture per sostituire il monitoraggio federale. “Ogni parco ha attrezzature e personale specializzati. In stati come la Virginia, queste misurazioni non si effettuano altrove,” ha affermato.
Gli effetti degli inquinanti invisibili
Il particolato e l’ozono rappresentano non solo una minaccia per la salute di esseri umani e animali, ma contribuiscono anche alla formazione della foschia che oscura i panorami mozzafiato dei parchi nazionali. Questo non è solo un fastidio visivo: indica una contaminazione atmosferica persistente e pericolosa.
I monitoraggi condotti dal programma sospeso erano essenziali per seguire anche queste dinamiche, consentendo interventi tempestivi. L’interruzione di queste rilevazioni priverebbe gli esperti di un indicatore cruciale per azioni preventive contro l’inquinamento.
Questioni politiche e trasparenza
La sospensione pone seri interrogativi non solo di ordine sanitario e ambientale, ma anche politico. I dati sulla qualità dell’aria raccolti nei parchi sono pubblici e rappresentano una fonte di trasparenza scientifica.Questo consente alla società civile e agli esperti di analizzare autonomamente l’impatto dell’inquinamento. con la sospensione dei contratti, l’amministrazione Trump ha sostanzialmente ridotto la disponibilità di tali dati, compromettendo la trasparenza nella gestione ambientale.Un episodio simile si è verificato lo scorso marzo, quando il dipartimento di Stato ha chiuso un programma di monitoraggio dell’aria attivo in oltre 80 ambasciate e consolati USA nel mondo. Anche questa sospensione ha sollevato critiche per l’interruzione di un servizio che molti considerano essenziale, specialmente in paesi dove i dati ufficiali sull’inquinamento mancano o non sono affidabili.
Riflessioni finali
Jim Schaberl ha espresso bene il sentimento generale: “È inconcepibile vedere cancellati dati scientifici che monitorano la qualità dell’aria nei parchi e nel Paese nel suo complesso. È davvero un affronto”.
In un’epoca in cui la salute degli ecosistemi e delle persone è più critica che mai, la protezione e il monitoraggio dell’aria devono rimanere priorità fondamentali. Se non ci attiviamo adesso, cosa ci aspetta in futuro?
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