Il crollo impressionante di un ghiacciaio svizzero su un villaggio evacuato

Il crollo impressionante di un ghiacciaio svizzero su un villaggio evacuato
Il crollo impressionante di un ghiacciaio svizzero su un villaggio evacuato

Il crollo del ghiacciaio Birch in Svizzera: un’onda di ghiaccio travolge un intero villaggio

con un fragore assordante, un’enorme massa del ghiacciaio Birch, nel Canton vallese, si è staccata dalla montagna precipitando a valle. La valanga di ghiaccio, roccia e detriti ha sepolto il terreno sottostante, nascondendo sotto di sé ciò che rimaneva di un intero villaggio alpino.La buona sorte ha voluto che la comunità di blatten fosse stata evacuata in anticipo, alla luce di un imminente rischio valanghe.

Qualcosa di simile non è certo passato inosservato: già nelle ore precedenti, gli esperti avevano previsto una frana di questa portata. proprio mercoledì 28 maggio, infatti, una grande porzione del birchgletscher si è staccata, generando un boato udibile in tutta la vallata. L’impatto è stato così violento da provocare un blackout elettrico e un movimento tellurico misurato dai sismografi come un terremoto di magnitudo 3,1.

Un paesaggio trasformato da una valanga di ghiaccio e detriti

La massa di detriti ha ricoperto il fondovalle con uno strato spesso decine di metri, bloccando anche il corso del fiume Lonza.Miracolosamente, non si registrano vittime o feriti. La frana ha dunque modificato radicalmente il paesaggio e bloccato infrastrutture chiave, ponendo interrogativi sulla gestione del rischio in una regione montana attraversata da continue trasformazioni.

Evacuazione tempestiva e la genesi del disastro

Il villaggio, abitato da meno di 500 persone, era stato evacuato giorni prima dell’evento. Qualche settimana fa, infatti, un primo cedimento del ghiacciaio aveva già fatto scattare l’allarme, consentendo l’allontanamento degli abitanti e del bestiame. La massa di circa 9 milioni di tonnellate di detriti rocciosi ha quindi innescato il crollo a valle, con conseguenze imprevedibili ma ampiamente anticipate dagli specialisti.

Un segnale d’allarme per le Alpi e l’intera catena montuosa europea

Secondo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, questa catastrofe naturale è “una sveglia” per tutte le aree alpine. Gli effetti della crisi climatica si manifestano con sempre maggiore frequenza in montagna, accelerando processi di decadimento glaciali, frane e colate di detriti.Le temperature in Europa Centrale – dalle Alpi ai Pirenei – stanno salendo a ritmi doppi rispetto alla media globale, complicando ulteriormente la tenuta degli ecosistemi montani.

“Serve una governance unica europea per i ghiacciai, con un impegno coordinato tra istituzioni, ricercatori e società civile, affiancata da campagne di informazione ben strutturate”, ha sottolineato Zampetti.

Il caso del ghiacciaio birch dimostra come monitoraggi puntuali possano fare la differenza, permettendo di mettere in sicurezza residenti e allevamenti con evacuazioni tempestive, ma solo azioni mirate e coordinate sul fronte climatico e ambientale potranno evitare simili tragedie in futuro.

Il ruolo della ricerca e della sensibilizzazione nella sfida climatica

Gli scienziati evidenziano che fenomeni come il ritiro dei ghiacciai, le frane improvvise e le ondate di detriti sono destinati a intensificarsi se non si interviene con urgenza. L’Anno Internazionale dei Ghiacciai, promosso dall’ONU, ribadisce che i tempi per agire si stanno assottigliando.La collaborazione internazionale diventa quindi un elemento imprescindibile per affrontare un problema che non conosce confini.

In quest’ottica, la Svizzera e i paesi alpini sono chiamati a ridefinire non solo le strategie di protezione ambientale, ma anche confini e gestioni territoriali, mettendo al centro la sostenibilità e la sicurezza.