Alberi “sentinelle” dei vulcani: la natura che anticipa le eruzioni
Alberi e piante possono trasformarsi in indicatori naturali dell’attività vulcanica.Quando un vulcano si prepara a eruttare, il magma che risale verso la superficie emette anidride carbonica (CO₂), un gas invisibile che viene assorbito dalla vegetazione circostante. questa interazione provoca modifiche fisiologiche nelle foglie, come un’intensificazione del verde e un aumento della loro capacità riflettente, cambiamenti impercettibili a occhio nudo ma rilevabili dalle osservazioni satellitari.
Dal Cile al Costa Rica: osservare la vegetazione per monitorare i vulcani
Un recente progetto condotto dalla NASA in collaborazione con lo Smithsonian ha sfruttato proprio queste caratteristiche per tracciare lo stato del terreno attorno a vulcani attivi in Sud America e Centro America. Grazie a sofisticate tecnologie di osservarione dallo spazio è diventato possibile cogliere questi segnali vegetali a distanza, soprattutto in zone isolate o difficili da raggiungere, dove intervenire tempestivamente può fare la differenza per milioni di persone.
Pur non sostituendo i metodi tradizionali come le misurazioni sismiche o il monitoraggio diretto dei gas vulcanici,questa tecnica rappresenta un complemento prezioso. L’osservazione della vegetazione aumenta la capacità predittiva, anticipando in modo più ampio i possibili segnali di pericolo.
La missione AVUELO: rivoluzione nel controllo della vegetazione vulcanica
Al centro di questo progresso c’è AVUELO, un programma della NASA dedicato alla raccolta e alla calibrazione di dati iperspettrali da satellite. Nel febbraio 2025, una campagna di monitoraggio ha sfruttato lo spettrometro AVIRIS-3, installato su un aereo King Air, per fotografare con una risoluzione fino a un metro ecosistemi terrestri e marini in Panama e Costa Rica.
Proprio in Costa Rica, presso il vulcano Rincón de la Vieja, questo metodo ha fornito un’occasione unica per studiare come la vegetazione reagisca all’elevata concentrazione naturale di CO₂. in parallelo, gli studiosi hanno raccolto e analizzato oltre 900 campioni di foglie di più di 400 specie diverse, esaminandone gli spettri di riflettanza e le caratteristiche funzionali.
Questa fondamentale correlazione tra dati iperspettrali e campionamento sul campo ha permesso di mappare con una precisione senza precedenti circa 150 ettari di foresta, distinguendo perfettamente tipologie di piante, dall’ambiente gestito a quello primario fino alle foreste costiere.
Alberi e tecnologia: un connubio per la sicurezza umana
Oggi, queste innovazioni trasformano gli alberi in autentici strumenti di previsione naturale. Oltre a svelare la salute degli ambienti che ci circondano, le piante potrebbero diventare un sistema d’allerta aggiuntivo, capace di anticipare movimenti vulcanici potenzialmente devastanti.
La soluzione non è esclusiva delle aree vulcaniche più note: applicare questo approccio in diverse zone a rischio amplia le possibilità di monitoraggio integrato, con un occhio alla sicurezza di chi abita vicino a questi colossi naturali.
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