Il futuro incerto del rampichino del miele: un patrimonio genetico da proteggere
Tra le foreste delle Hawaii, sopravvivono appena 17 delle circa 60 specie originarie del rampichino del miele, un uccellino dall’aspetto affascinante e dal canto inconfondibile. Un nuovo studio, guidato dalla San Diego Zoo Wildlife Alliance, suggerisce che la salvezza di queste specie potrebbe ancora essere possibile, purché si intervenga tempestivamente.
Una sfida contro la malaria aviaria e il cambiamento climatico
Il rapido declino delle popolazioni di rampichini è attribuibile in larga parte alla malaria aviaria, una malattia causata da parassiti del genere Plasmodium e diffusa globalmente dalle zanzare del genere Culicidae.Negli ultimi anni, l’aumento delle temperature ha facilitato la diffusione di queste zanzare anche in zone montane precedentemente inaccessibili, lasciando i rampichini senza rifugi immuni dalle infezioni.
Sull’isola di Kauai, dove non esistono habitat ad alta quota, l’impatto della malaria aviaria si è rivelato particolarmente drammatico. Qui vivono due specie in via di estinzione, l’akikiki e l’akeke’e, entrambe endemiche e vittime di un calo demografico superiore al 99% negli ultimi vent’anni.
Strategie innovative per il controllo delle zanzare
Per limitare la diffusione della malattia, si stanno sperimentando metodi alternativi di controllo delle zanzare, come il rilascio di maschi sterili o incompatibili per la riproduzione.Queste tecniche rappresentano un tentativo concreto per ridurre la pressione delle zanzare vettore e creare condizioni migliori per la sopravvivenza degli uccelli.
Al momento, meno di 100 esemplari di akeke’e resistono in natura, mentre gli akikiki risultano estinti allo stato selvatico. Per questa ragione, un programma di allevamento in cattività coinvolge circa 40 esemplari salvati nei centri di conservazione Maui e Keauhou, coordinati dalla San Diego Zoo Wildlife Alliance.
Il potere dell’analisi genomica
Lo studio pubblicato su Current Biology analizza il patrimonio genetico di tre rampichini del miele – l’akikiki, l’akeke’e e l’estinto po’ouli.I ricercatori hanno esaminato la diversità genetica, la depressione da consanguineità e i rischi di estinzione, ottenendo dati fondamentali per orientare le strategie di conservazione.
«Le informazioni contenute nel DNA degli ultimi individui sono cruciali per la loro sopravvivenza»,spiega Christopher Kyriazis,primo autore dello studio. «Questi risultati offrono una visione dettagliata che sostiene i progetti di recupero sia sul campo sia in cattività».
Tra rischio e speranza: il futuro dei rampichini
Le previsioni più realistiche indicano una probabile estinzione degli akeke’e senza un cambio di rotta drastico. Tuttavia, il successo dei programmi di controllo delle zanzare potrebbe ribaltare il destino di queste specie, rendendo possibile un recupero.
Nonostante l’attuale declino, il rampichino del miele conserva una varietà genetica sorprendentemente alta, un elemento che amplifica sia il potenziale di adattamento sia la vulnerabilità alla consanguineità. Nel caso dell’akikiki,questa depressione genetica si traduce già in una minore fecondità e una sopravvivenza più bassa.
Questi dati genetici sono ora strumenti preziosi per selezionare accuratamente i partner da far riprodurre,ottimizzando così le strategie di allevamento e incrementando la capacità degli individui di affrontare le sfide ambientali.
«Il canto del rampichino del miele del po’ouli non riecheggerà più nelle foreste, ma il suo patrimonio genetico rimane una preziosa fonte di conoscenza», conclude Oliver Ryder, direttore della conservazione genetica presso la San Diego Zoo Wildlife Alliance.
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