Il simbolo immortale di Assassin’s Creed: origini, significati e trasformazioni
Perché cambiare ciò che ha già conquistato milioni di fan? Come alcune icone intramontabili – pensate alle penne Bic, rimaste quasi identiche per decenni – anche il logo di Assassin’s creed ha mantenuto intatta la sua essenza, pur evolvendosi delicatamente per abbracciare ogni nuova ambientazione della saga. Ma dietro questa sagoma si cela un mondo di significati e ispirazioni che vale la pena esplorare.
Un design pensato con cura, tra storia e futuro
Creare un logo capace di raccontare secoli di storie e, allo stesso tempo, guardare avanti non è un’impresa semplice. malcolm Riley, il designer dietro il celebre simbolo di Assassin’s Creed, ha concepito un emblema che va ben oltre la semplice lettera “A”.
Il logo non è un semplice richiamo alla parola “Assassin”. Riley ha voluto onorare le radici della parola stesso, derivante dall’arabo “Hashshashin”, e ha modellato la forma ispirandosi ai caratteri arabi, scegliendo con cura geometrie che ricordano le lame celate, l’arma simbolo degli assassini virtuali.Questa scelta non è casuale: il segno richiama la doppia natura dei personaggi principali, agili e letali tanto nel combattimento quanto nella furtività.
Un simbolo che evolve insieme alla serie
Durante i diversi capitoli, il logo ha saputo adattarsi ai temi e alle atmosfere di ogni epoca raccontata. In Assassin’s Creed IV: Black Flag, per esempio, spunta un teschio pirata incastonato al centro, evocando il mondo dei corsari e delle avventure marine.
Altrove, come in Assassin’s Creed Unity, il segno si frammenta in due parti da una linea netto, simile a una lama di ghigliottina, un’indiretta allusione alla Rivoluzione Francese. Ogni dettaglio diventa allora strumento narrativo, un ponte tra grafica e trama.
L’aquila: un richiamo che è diventato simbolo
L’intreccio tra il logo e l’aquila, ormai indissolubile per la saga, ha preso piede più tardi, con Assassin’s Creed Origins.In una memorabile scena, Bayek lascia cadere sulla sabbia il teschio di un’aquila, e l’ombra del simbolo degli Assassini emerge impressa vicino a lui.
Questo animale non è solo un elemento estetico, ma rappresenta un filo conduttore tra i protagonisti: la loro connessione con l’ambiente e la capacità di osservare tutto dall’alto. L’iconico “Occhio dell’aquila” è forse una delle abilità più amate dai giocatori, che amplifica la percezione e la strategia.
Ad accompagnare i personaggi sono sempre i loro rapaci: Senu per bayek, Ikaros per Kassandra, Sýnin per Eivor e Enkidu per Basim. Ognuno contribuisce a dare respiro e spessore al mondo di Assassin’s Creed, facendo riflettere sulla simbiosi tra uomo e natura.
Le reazioni dell’autore originale e nuove interpretazioni
Malcolm riley, creatore del logo, ha ammesso di aver inizialmente percepito con qualche riserva l’estensione del significato legato all’aquila, considerandola quasi una forzatura sul disegno originale. Col passare del tempo, però, ha riconosciuto che l’ampiezza narrativa raggiunta dalla serie richiedeva una certa elasticità anche nel simbolo.
Messaggi nascosti e dettagli recenti
Con Assassin’s Creed Mirage, il logo ha raggiunto un nuovo livello di profondità, integrando un messaggio cifrato in arabo, creato dal calligrafo Hatem Arafa. Le lettere celano la parola “Hidden One” (occulto), un chiaro riferimento alle origini della Confraternita degli Assassini.
Inoltre, l’edizione più recente, Assassin’s Creed Shadows, ha dato vita a una versione asimmetrica del simbolo, tinta di rosso scarlatto, che sembra tracciata dalle pennellate di un pennello da kanji. Un segno di come un elemento grafico possa trasformarsi in arte e narrazione visiva.
Quando un logo racconta storie più grandi
Il marchio che accompagna Assassin’s Creed è molto più di un semplice emblema: è una chiave per entrare in un universo complesso fatto di storia, misteri e personaggi indimenticabili. La sua capacità di mutare con eleganza, rispettando la tradizione e al tempo stesso aggiungendo nuovi livelli di significato, è un piccolo capolavoro di design narrativo.
Ora,più che mai,guardare a questo simbolo significa riflettere su come un’immagine possa diventare il racconto di un’intera epopea digitale.
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