Philippe Furrer e l’autorete più incredibile mai vista nell’hockey svizzero

Philippe Furrer e l’autorete più incredibile mai vista nell’hockey svizzero

Il giorno in cui Furrer segnò un autogol diventato leggenda

Il 14 maggio 2008 rimane impresso nella memoria di moltissimi tifosi di hockey su ghiaccio, non tanto per una straordinaria vittoria, quanto per uno di quegli errori che si raccontano per anni.Gli autogol nella pallina su ghiaccio sono eventi rari, così rari da trasformarsi in aneddoti indimenticabili, specialmente se accadono durante i mondiali. È il caso di Philippe Furrer, protagonista di una disfatta che, nonostante tutto, ha contribuito a forgiare il suo percorso di atleta e uomo.

L’episodio che ha cambiato il volto della partita

Durante il quarto di finale dei Mondiali 2008 a Quebec, la Svizzera affrontava la Russia. Quando mancavano pochi minuti dal fischio d’inizio, il tabellone segnava già un inquietante 0-2. Tutto ebbe inizio da un tiro sbagliato di Furrer,difensore del SC Bern,che involontariamente infilò la propria rete. ma non finì lì: poco dopo, un suo potente slapshot da un angolo stretto beffò ancora una volta il portiere svizzero Martin Gerber, regalando alla Russia un vantaggio netto di 3-0. Nelle statistiche il gol fu assegnato all’ultimo giocatore russo ad aver toccato il disco, Danis Saripow.

Gli imprevisti dello sport ad alto livello

Cosa è successo davvero in quel momento? Philippe voleva semplicemente liberare il disco dalla propria zona difensiva affidandosi alla strategia consueta: spedire la puck lungo la balaustra dietro la porta. Era fondamentale imprimere forza al tiro per evitare che l’avversario recuperasse la situazione.Tuttavia, i fattori in gioco erano molteplici: il ghiaccio scivoloso, la coordinazione millimetrica di occhi, mani e piedi in situazioni di grande pressione. Gli incidenti di percorso sono quasi inevitabili.

Un finale che racconta più della caduta

Se l’autogol fece scalpore, il destino riservò a Furrer un riscatto altrettanto significativo.Tra il 2010 e il 2013 vinse due scudetti con il Bern, oltre a una medaglia d’argento mondiale nel 2013. in un’intervista, lo stesso Furrer ha ricordato quel momento con distacco e ironia, ammettendo che, sebbene sia stato un episodio che lo ha reso famoso, non rappresenta motivo di orgoglio, quanto piuttosto una curiosità capace di suscitare reazioni diverse.

Un difensore tra talento e tattica nella Svizzera che cambia

Nonostante quell’episodio, Furrer era riconosciuto come uno dei migliori difensori svizzeri al torneo. Quella squadra iniziava a mostrare una svolta tattica, abbandonando la pura difesa per adottare un gioco più offensivo sotto la guida di Ralph Krueger.I risultati non furono immediati, ma nella partita contro la Russia tentarono di sorprendere con tattiche più aggressive. La sonora sconfitta 5-2 nel quarto di finale non cancellò quel seme di cambiamento,che avrebbe portato la Svizzera a sfiorare il titolo mondiale cinque anni dopo.

Quando un errore diventa parte di una storia più grande

In fondo, l’autogol di Furrer non è solo un errore da dimenticare.È un frammento umano in uno sport spesso dominato da numeri, record e statistiche.Ogni tanto, un singolo momento fuori controllo ricorda quanto sia imprevedibile e affascinante l’hockey. E come la vita, spesso, siano i momenti più difficili a costruire la vera narrativa di un campione.