Richiamo di massa per Nikola: problemi con l’idrogeno dopo il flop

Nikola e la sfida dell’idrogeno: crisi aziendale e richiamo dei veicoli elettrici

La giovane azienda, specializzata nella produzione di veicoli elettrici a celle a combustibile, ha attivato recentemente la procedura di protezione da insolvenza secondo il Chapter 11. Contestualmente, è stato emesso un richiamo ufficiale tramite la NHTSA che ha interessato ben 95 semirimorchi alimentati a idrogeno, aggravando una situazione già carica di criticità.

crisi imminente e segnali d’allarme

Nei giorni scorsi si era già ipotizzato un possibile crollo dell’azienda, in seguito all’annuncio di una sospensione imminente della produzione dei camion a celle a combustibile. Le quotazioni in borsa avevano infatti toccato il minimo degli ultimi 52 mesi, mentre segnalazioni di improvvisi spegnimenti nelle celle di alimentazione avevano intensificato i timori riguardo la stabilità tecnica dei veicoli.

Questi elementi hanno portato, in un secondo momento, al richiamo di 95 mezzi su una flotta complessiva di circa 200 unità, riprendendo una crisi già affrontata nel 2023, quando quasi l’intera flotta BEV fu sottoposta a un provvedimento simile.

Complicazioni tecniche e ritardi nella manutenzione

Un rapporto emesso dalla NHTSA il 31 gennaio 2025 ha rivelato che, entro la fine del 2024, restavano in sospeso le riparazioni di 98 veicoli richiamati. Questo ritardo nel sistema di manutenzione getta ulteriori ombre sulla capacità dell’azienda di risolvere rapidamente le problematiche tecniche e di gestire le sfide logistiche.

Impatto economico e incremento dei costi operativi

Oltre alle difficoltà tecniche, i costi elevati dei camion a celle a combustibile rappresentano un ulteriore ostacolo.Alcuni operatori stimano che il prezzo di un singolo veicolo possa essere da cinque a dieci volte superiore rispetto a quello di un modello standard. L’aggiunta di tasse nazionali e locali può far aumentare la spesa totale fino al 22%, mentre una riserva aggiuntiva del 10%, non coperta da programmi di voucher, porta l’impegno economico complessivo a circa il 32%. Ad esempio, su un camion dal prezzo base di 500.000 dollari, l’investimento diretto potrebbe superare i 160.000 dollari, rendendo l’acquisto estremamente gravoso per molti operatori.

Un veterano del settore ha descritto la situazione con frustrazione, dichiarando: “Negli ultimi 10 mesi ho affrontato un numero di interventi di traino e situazioni di emergenza ben superiore a quanto avrei mai immaginato.”

Risposta rapida e strategie di contenimento

Dopo diversi episodi di malfunzionamento – incluso uno in cui il contachilometri segnava appena 900 miglia – l’azienda ha pubblicato un bollettino tecnico 13 giorni dopo la denuncia della NHTSA.Tale iniziativa è stata concepita per mitigare le critiche e ridurre i disagi percepiti dagli utenti, anche se la reputazione del marchio risulta ormai fortemente compromessa.

Prospettive per una mobilità sostenibile

L’esperienza di Nikola evidenzia che l’adozione di tecnologie innovative, come quelle basate sull’idrogeno, comporta sfide che vanno ben oltre gli aspetti ingegneristici, includendo implicazioni economiche e questioni di sicurezza. La transizione verso un trasporto ecologico richiede investimenti costanti, una prontezza nella risposta agli imprevisti e una gestione accurata delle criticità, per evitare che l’innovazione si trasformi in un’arma a doppio taglio per l’intero settore.

Giuseppe Rossi è un appassionato storyteller e content curator con una solida esperienza in ambiti diversi, dalla cultura e lifestyle alla tecnologia e viaggi. Laureato in Lettere Moderne, ha collaborato con diversi siti web e community online, creando articoli chiari e coinvolgenti per un pubblico ampio. Curioso di natura, si tiene sempre aggiornato su tendenze e curiosità, trasformando ogni argomento in un piccolo spunto di riflessione. Nel tempo libero ama esplorare nuovi itinerari in bicicletta e sperimentare ricette regionali in cucina.