Nuovi sviluppi nelle indagini sul caso Chiara Poggi: impronta e testimonianze in primo piano
Andrea Sempio ha percorso quasi ogni angolo della casa di Chiara Poggi, tranne la camera da letto dei genitori di Chiara e Marco. Tra questi spazi c’è anche la taverna e le scale dove fu rinvenuto il corpo della giovane, in cui sulla parete destra è stata recentemente rilevata un’impronta palmare.
Questa traccia, secondo una nuova consulenza disposta dalla Procura di Pavia, sarebbe attribuibile proprio al 37enne andrea Sempio. A fornire questi dettagli è l’avvocata Angela Taccia, che insieme al collega Massimo Lovati assiste lo stesso Sempio, amico di famiglia e coinvolto nelle ultime indagini.
Consulenza tecnica di parte o perizia giudiziaria?
La difesa insiste nel precisare che si tratta di una consulenza tecnica di parte, non di una perizia svolta dai periti nominati dalla giudice. L’avvocata Taccia sottolinea come la consulenza non sia stata sottoposta a contraddittorio tra le parti, rendendo quindi prudente attendere gli sviluppi dei rilievi genetici ancora in corso. Un difetto procedurale che apre margini di dubbio: cosa emergerà dall’analisi più approfondita?
L’analisi delle impronte: conferme e tecnologie avanzate
In una dichiarazione ufficiale,il procuratore di Pavia,Fabio Napoleone,ha confermato l’esito dell’analisi dell’impronta lasciata sulla parete:
“L’impronta 33,evidenziata tramite ninidrina,corrisponde al palmo destro di Andrea Sempio sulla base di 15 dettagli dattiloscopici. Questa valutazione si è avvalsa delle più moderne tecnologie hardware e software oggi disponibili.”
Questa conferma rappresenta un salto nell’investigazione tecnica, utilizzando strumenti più sofisticati rispetto alle indagini svolte in passato, aprendo nuove piste in un caso che da anni resta uno dei più complessi della cronaca nera italiana.
La nuova testimone e le rivelazioni su Stefania Cappa
Un altro elemento emerso riguarda una donna di 48 anni, che si è fatta avanti dopo aver letto dichiarazioni contrastanti su Stefania Cappa, cugina della vittima. Questa testimone ha riferito di aver raccolto commenti al vetriolo da parte di cappa sulla defunta Chiara Poggi.
Secondo la testimonianza, Stefania Cappa non nutriva affetto per la cugina, manifestando anzi sentimenti di invidia e risentimento. Frasi come “Adesso che è morta tutti a dire che è buona, brava, bella.non è buona e non è bella” e altre parole offensive sarebbero state espresse, segno di una tensione relazionale tutt’altro che pacifica.
Un atteggiamento osservato subito dopo l’omicidio
la stessa testimone ha riportato una frase significativa attribuita a Stefania Cappa: “Loro mi devono vedere che vado al cimitero”. Questa avrebbe pronunciato queste parole nel momento in cui davanti alla lapide di Chiara si radunava l’attenzione mediatica, suggerendo una forma di ostentazione del proprio dolore che – secondo la testimonianza – non rispecchiava la realtà dei sentimenti.
la testimone ha presentato queste informazioni agli inquirenti tramite il proprio legale, chiedendo di essere ascoltata per chiarire dinamiche e contesti finora poco esplorati.
Inchiesta ancora aperta e nuovi interrogativi
L’insieme di questi riscontri tecnici e dichiarazioni riapre quindi il dossier su un delitto che ha segnato profondamente la comunità di Garlasco. Emerge una trama sempre più intricata, fatta di segreti, rivalità familiari e accertamenti forensi in continua evoluzione.
Resta da vedere quale impatto avranno queste novità sulle indagini in corso e come risponderà la difesa ai nuovi elementi emersi, in attesa che la giustizia faccia chiarezza sui tanti dubbi che ancora avvolgono il caso Chiara Poggi.
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