Italia: nuove regole più rigorose per la cittadinanza per discendenza
Il Parlamento italiano ha approvato un decreto che modifica profondamente le modalità di richiesta della cittadinanza tramite il diritto di sangue, noto come iure sanguinis. Queste novità interessano tanti aspiranti cittadini e ribaltano criteri storicamente più permissivi.
Cosa cambia per chi punta alla cittadinanza per discendenza
Fino a poco tempo fa, chiunque potesse dimostrare un legame genealogico ininterrotto con un antenato italiano poteva aspirare alla cittadinanza, senza limiti generazionali. La situazione è cambiata radicalmente con l’adozione di un decreto urgente che ha introdotto una restrizione: solo discendenti diretti di genitori o nonni italiani possono avanzare richiesta.
Questa decisione, resa operativa alla fine di marzo, è stata motivata dalla necessità di alleggerire la pressione sulle corti e gli uffici amministrativi, messi in difficoltà da un alto volume di pratiche complesse e dalla ricerca di documenti anche molto datati.
Modifiche approvate dal Parlamento: cosa rimane e cosa cambia
Il testo definitivo,votato quasi due mesi dopo,ha rivisto alcune disposizioni,modificando soprattutto i requisiti per chi è nato all’estero.Inizialmente, si richiedeva che il genitore o nonno italiano fosse nato sul suolo nazionale per poter trasmettere la cittadinanza.
La versione finale elimina questa condizione, chiedendo invece che il genitore o nonno sia titolare esclusivo della cittadinanza italiana, oppure lo fosse al momento della morte. Questo dettaglio è cruciale e impatta chi detiene doppia cittadinanza: in questo caso,la trasmissione automatica della cittadinanza ai figli o nipoti nati fuori dall’Italia non è più valida se non si rinuncia all’altra cittadinanza.
Le eccezioni alle nuove regole
Non mancano deroghe importanti. ad esempio,un genitore — biologico o adottivo — con doppia cittadinanza può comunque trasmettere la cittadinanza italiana ai figli stranieri se ha risieduto ininterrottamente in Italia per almeno due anni dopo averla acquisita e prima della nascita o adozione del figlio.
Un’altra eccezione tutela chi ha già ottenuto la cittadinanza con le regole precedenti, più flessibili, basate sull’antenato italiano vissuto nel periodo successivo all’unità d’Italia. Questi soggetti, anche se doppi cittadini, possono trasferire la cittadinanza ai figli nati all’estero, a condizione che la richiesta venga presentata entro il 31 maggio 2026.
La procedura precisa per presentare questa domanda però non è stata ancora chiarita,lasciando spazio a possibili aggiornamenti da parte delle autorità.
Le nuove norme sono retroattive?
Il decreto specifica chiaramente che le restrizioni non si applicano alle domande già presentate prima dell’entrata in vigore della legge. La scadenza per le richieste secondo le vecchie regole è fissata alle 23:59 (ora italiana) del 27 marzo 2025.
Chi presenta domanda dopo questa data dovrà sottostare ai nuovi criteri più rigidi, con tutte le condizioni sopra descritte.
Uno sguardo al futuro della cittadinanza per discendenza
Questi cambiamenti riflettono il tentativo dello Stato di bilanciare il diritto di origine con esigenze amministrative e politiche di controllo demografico. Per molti discendenti di italiani nel mondo, restare aggiornati su requisiti e scadenze diventa essenziale per non perdere opportunità.
Resta comunque aperta la discussione su come queste regole influenzeranno le comunità di oriundi, già diffuse e integrate in molte nazioni. È un tema che coinvolge aspetti legali,culturali e identitari.
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