Un’eredità che va oltre la cronaca: il messaggio di Benedetta Tobagi agli studenti del liceo Parini
Milano. “Questa targa non si limita a ricordare un episodio di cronaca: vuole trasmettere ai giovani che ogni azione di vita lascia un segno profondo, capace di durare nel tempo. È anche una risposta potente contro il cinismo e l’indifferenza”. Così Benedetta Tobagi introduce la nuova targa dedicata a suo padre Walter Tobagi, davanti agli studenti del liceo Parini, dove Walter si diplomò e iniziò la sua carriera giornalistica.
A distanza di molti anni dalla sua tragica scomparsa, Benedetta sfoglia insieme ai ragazzi alcune delle prime pagine de La Zanzara, dove suo padre muoveva i primi passi come cronista.La nuova targa rimpiazza quella del 2012,che ricordava Walter Tobagi come “Alunno del parini,giornalista valoroso ucciso dalle Brigate Rosse il 28 maggio 1980 per aver difeso con coraggio la verità e i valori della Repubblica”. Questa volta l’omaggio si concentra sull’uomo e sul suo impegno per la libertà, anziché sull’evento tragico in sé.
Una correzione storica più che simbolica
“molti consideravano un dettaglio la definizione dell’autore dell’omicidio”, spiega Benedetta. “Mio padre non è stato ucciso dalle Brigate rosse nel senso ampio, ma dalla Brigata XXVIII marzo, un gruppo più piccolo e specifico”. Questa precisazione va oltre il tecnicismo: illumina gli ultimi anni di quegli anni ’70 turbolenti e invita a riflettere sul valore di ogni dato, per quanto possa sembrare marginale, nel costruire la comprensione di un’epoca.
la scelta di rivoluzionare il messaggio della targa appare quindi in linea con questo spirito. “Non si tratta di soffermarsi solo sul tragico epilogo, bensì di celebrare la vita e la dedizione di un uomo che è stato colpito per la fedeltà al proprio lavoro, non soltanto perché lo faceva”.
Dialogo con gli studenti: il presente visto attraverso il passato
Benedetta è stata accolta dal liceo Parini anche per rispondere alle domande degli studenti, attivando un confronto che l’ha profondamente colpita. “Sono venuta perché sapevo quanto interesse ci fosse. Hanno dimostrato curiosità sincera, chiedendo non solo di mio padre ma anche di come orientarsi nell’attuale scenario informativo”.
Le loro domande si sono spesso intrecciate con la realtà attuale, esprimendo una forma di disagio di fronte alla confusione dei tempi, ma anche la voglia di capire come muoversi tra fonti e notizie. Un atteggiamento che Benedetta invita a coltivare con rigore e metodo, invitando i ragazzi a tornare alle fonti, a confrontarle criticamente, seguendo quel percorso che suo padre aveva reso un’abitudine quotidiana.
Una lezione di giornalismo e di vita
Il metodo Tobagi nasceva dall’ossessione per la documentazione accurata e una preparazione rigorosa, frutto di una formazione da storico e di una passione per il giornalismo d’inchiesta. “nel caos di quegli anni, saper spiegare con chiarezza e approfondimento era una sfida. Oggi queste competenze sono ancora più necessarie, in un mondo dove le informazioni circolano velocemente ma si fa fatica a orientarsi”.
Come affrontare la confusione informativa
“La sensazione di smarrimento è normale. Fa parte del processo di costruzione di un pensiero critico. Imparare a riconoscere la direzione e gli obiettivi dietro ogni notizia non rende solo più consapevoli, ma restituisce libertà”. Benedetta sottolinea quanto sia essenziale abituarsi a convivere con il disorientamento, senza cercare rifugio nella distrazione, che spesso nasce da un sovraccarico emotivo.
“Quando si inizia a lavorare con pazienza, come dipanare un gomitolo, la comprensione si fa più chiara e prima o poi tutto diventa meno complicato”.
Un incoraggiamento per le nuove generazioni
Ai giovani, Benedetta suggerisce di approfittare della varietà di fonti e formati disponibili, tra podcast, canali digitali, contenuti anche multilingue. “Il mondo offre un ventaglio enorme di strumenti: imparare a usarli con entusiasmo, anche nei momenti in cui sembra di non capire nulla, è la chiave per scoprire nuove prospettive”.
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