Il governo revoca la scorta agli ex premier: Renzi, Prodi e gli altri

Il governo revoca la scorta agli ex premier: Renzi, Prodi e gli altri

Ex premier ⁣perderanno la scorta‍ dei Servizi segreti:​ il caso Renzi e la stretta del Viminale

la nuova regolamentazione per la tutela degli ex ⁤presidenti del Consiglio

A partire dal 2026, gli ex presidenti del Consiglio non potranno ‍più usufruire del servizio ‌di ‍scorta ⁢fornito dai Servizi segreti, ⁤ma rimarrà attivo esclusivamente il dispositivo ⁤di sicurezza predisposto e gestito dal ministro ⁢dell’Interno. La notizia è stata ‌anticipata dalla versione online de Il‍ Foglio, che ha pubblicato un’immagine della lettera firmata dal sottosegretario alla⁢ presidenza​ del Consiglio, Alfredo Mantovano, responsabile delegato ai servizi di intelligence, con cui si dispone questa revisione.

Il ​provvedimento interessa diversi ex premier: Paolo Gentiloni, Matteo ‌Renzi, Mario Monti,​ romano Prodi e Massimo ⁤D’Alema. Alcuni, ⁤come Mario Draghi e Giuseppe Conte,⁢ non ​avevano mai avuto una scorta mista⁢ ma solo quella del Viminale.

I motivi ufficiali della decisione e le procedure da seguire

La decisione è stata descritta da Mantovano come un “atto dovuto”,applicativo ​di una circolare emanata durante il secondo governo Conte. Nella stessa comunicazione, il sottosegretario ⁤invita‍ gli ex premier a mettersi in contatto ⁢con il ministero dell’Interno per attivare le procedure di legge necessarie all’assegnazione del⁣ servizio di protezione previsto ⁢esclusivamente dal Viminale.

La reazione⁤ di Matteo ⁣renzi: accuse​ di superficialità e rinuncia‌ alla scorta

La notizia ha ⁤provocato la forte reazione di Matteo ‌Renzi, che ha duramente criticato⁣ la gestione della vicenda ‍da parte di ‌Mantovano. ⁢Renzi ha dichiarato di aver ⁣ricevuto una lettera riservata del sottosegretario, conservata sulla sua scrivania, e di aver risposto prontamente con una missiva inviata via messaggio.

Tuttavia,⁤ poche ore dopo, la ​lettera è stata pubblicata dal sito de Il ⁤Foglio, che⁢ ha mostrato anche l’immagine, dettaglio che secondo Renzi dimostra un passaggio non ‍autorizzato della corrispondenza a stampa da parte ‌di Palazzo Chigi, dato che nella sua copia manca il‌ timbro​ ufficiale di protocollo.L’ex premier ha colto l’occasione per condannare ⁢la fuga ⁤di⁢ informazioni riservate, sottolineando il rischio ‍che rappresenta ‍affidare⁢ la sicurezza dello Stato a chi​ “si diverte a diffondere notizie sensibili, come quelle sulle scorte delle personalità istituzionali”.

“Rimango‍ allibito ‍dalla superficialità⁣ con cui si trattano dati così delicati. L’atteggiamento di Mantovano è pericoloso e incomprensibile”, ha affermato Renzi, annunciando inoltre la sua decisione ‌irrevocabile di rinunciare anche alla scorta fornita dal ministero ⁣dell’Interno.

Implicazioni e riflessioni sulla sicurezza istituzionale

Questa svolta nelle misure di protezione degli ⁢ex premier apre nuovi interrogativi sul bilanciamento tra tutela della sicurezza e gestione delle risorse. Il cambio​ di paradigma amministrativo arriva ⁣in un contesto politico⁢ segnato da tensioni e da una particolare attenzione all’uso delle informazioni⁢ confidenziali.

La scelta di affidare ai soli apparati del Viminale la protezione degli ex presidenti del Consiglio implica anche una ​semplificazione organizzativa, ma facendo emergere dubbi sulla trasparenza e sul rispetto ⁢delle procedure di riservatezza, proprio come evidenziato dalla reazione di Renzi.

Nel panorama ⁢attuale, dove le notizie ⁢sensibili possono avere ripercussioni immediate sull’opinione pubblica, la gestione delle informazioni di sicurezza istituzionale richiede ‌un equilibrio attento e una ⁣responsabilità alta da parte degli⁣ addetti ai lavori.