Aumenta il rischio di povertà tra i bambini under 6 al 27,7%

Aumenta il rischio di povertà tra i bambini under 6 al 27,7%

Povertà minorile in Italia: crescita tra i più piccoli e dati europei a confronto

Il rischio di povertà o di esclusione sociale tra i minori in Italia si mantiene stabile intorno al 27,1%, con un incremento significativo per i bambini sotto i sei anni, il cui tasso passa dal 25,9% al 27,7%. questo dato emerge dall’analisi delle ultime statistiche Eurostat, che approfondiscono le condizioni di fragilità economica e sociale nel nostro Paese.

un quadro europeo in lieve miglioramento

Guardando al contesto europeo, la percentuale di minori che vivono in famiglie con un reddito inferiore al 60% della mediana, o che si trovano in situazioni di deprivazione materiale o bassa intensità lavorativa, si attesta al 24,2%. Si tratta di un leggero calo rispetto al 24,8% dell’anno precedente.

Il rischio si riduce anche per i bambini tra i 6 e gli 11 anni,passando dal 26,4% al 25,9%.Al contrario, tra gli anziani over 60 si registra un lieve aumento, con il valore che arriva al 20,6%. Queste dinamiche mostrano come le fasce d’età più giovani e quelle più anziane affrontino condizioni di disagio in modi diversi.

In Italia aumenta il disagio sociale generale

Nel complesso, la quota di persone a rischio di povertà o esclusione sociale nel nostro Paese cresce al 23,1%, leggermente superiore rispetto al 22,8% dell’anno precedente. Di queste, il 18,9% vive in famiglie con reddito inferiore al 60% della mediana nazionale, ma alcune regioni presentano situazioni di particolare criticità.

Tra tutte, la Calabria e la Campania spiccano con valori quasi doppi rispetto alla media nazionale: in Calabria il dato si attesta al 37,2% (in miglioramento rispetto al 40,6%), mentre in Campania è al 35,5% (lievemente in discesa dal 36,1%).

Gravi difficoltà materiali e lavoro precario

Oltre al reddito ridotto, il 4,6% della popolazione si trova in condizione di grave deprivazione materiale, incapace cioè di sostenere almeno quattro spese essenziali tra cui riscaldare la casa o acquistare proteine con regolarità. Qui la Campania fa registrare un dato particolarmente drammatico con il 10,3% delle persone coinvolte.

Un terzo indicatore chiave riguarda la bassa intensità lavorativa all’interno delle famiglie: oggi riguarda il 9,2% della popolazione italiana, dato in lieve calo rispetto all’8,9% precedente.Tuttavia, in Campania questa percentuale è aumentata dal 21,2% al 24,4%, segnalando una fragilità accentuata legata all’occupazione.

Povertà infantile: un’analisi segmento per segmento

Ne calcolare il rischio di povertà o esclusione sociale, ogni persona viene conteggiata una sola volta, anche se rientra in più categorie di disagio. Tra i minori, la criticità risulta differenziata in base all’età. La fascia degli adolescenti tra i 12 e i 17 anni vede una leggera diminuzione del rischio, che passa dal 28,6% al 27,9%, seguendo una tendenza simile a quella europea, dove il dato scende dal 26,2% al 25,5%.

Questi numeri ci ricordano quanto sia complesso e stratificato il fenomeno della povertà minorile in Italia e quanto alcune fasce di popolazione richiedano attenzioni specifiche. La crescita del rischio tra i bambini più piccoli solleva interrogativi sulle condizioni di partenza per lo sviluppo e il benessere nei primi anni di vita.