Tragedia in Austria: sparatoria a scuola, 11 vittime confermate

Tragedia in Austria: sparatoria a scuola, 11 vittime confermate

Tragedia a Graz: la follia omicida fa 10 vittime in una scuola, il killer si suicida

Un dramma che squarcia il silenzio e lascia una ferita difficile da rimarginare: a Graz, seconda città dell’austria, una mattina tranquilla si è trasformata in incubo. Un giovane armato ha fatto irruzione in una scuola del quartiere Lend, sparando senza pietà all’impazzata. Dieci persone, quasi tutte adolescenti, sono rimaste uccise. Il carnefice, un ex studente della stessa istituzione, è stato trovato senza vita all’interno dei bagni dell’edificio, dove si è tolto la vita con una delle armi utilizzate durante la strage.

Il volto dietro la tragedia: un ragazzo di 21 anni segnato dal passato

Ancora una volta si ripete un copione sofferto: un giovane fragile, tormentato dalla sofferenza interiore, che trova nella violenza l’unico, disperato sfogo. L’autore della strage è un 21enne che aveva frequentato quella scuola, ma non aveva mai concluso gli studi. Secondo le prime ricostruzioni, il ragazzo era stato vittima di bullismo proprio nei corridoi dove ha deciso di far scattare la sua follia omicida. Un gesto estremo, scaturito forse dal peso insostenibile di un malessere profondo, una disperazione che cresce nell’ombra di silenzi e incomprensioni.

Intervento immediato delle forze dell’ordine e soccorsi

Appena è scattato l’allarme, polizia pesantemente armata, elicotteri e squadre di emergenza si sono precipitati sul posto. Poco dopo l’inizio delle lezioni,sono stati trovati nove cadaveri,perlopiù ragazzi tra i 14 e i 18 anni,e una insegnante ferita fatale fuori dall’edificio. il numero iniziale di feriti, indicato in 28, è stato poi aggiornato a 12, con due giovani in condizioni critiche. Poche ore dopo, le autorità hanno confermato la morte di un’altra persona, portando il totale dei decessi a dieci, senza contare il suicida.

L’attentatore e le armi: legalità e ombre inquietanti

Le forze dell’ordine hanno rivelato che l’uomo,cittadino austriaco residente a Graz,ha agito da solo,armato di una pistola e di un fucile da caccia,entrambe legalmente detenute. Durante la sparatoria ha sparato oltre quaranta colpi. Il motivo dietro un tale gesto rimane un enigma: i segnali inducono a pensare a un’esplosione di violenza insensata, simile ai terribili episodi di scuola tristemente famosi a livello mondiale come Columbine o Sandy Hook. La questione del possesso legale delle armi è ora al centro di un’indagine rigorosa, mentre emergono dubbi sulle procedure che hanno permesso a un giovane fragile di accedere a un arsenale tanto pericoloso.

Un’eco di dolore che attraversa l’Europa

La tragedia di Graz arriva nel bel mezzo di un altro episodio violento in Francia, dove una bidella è stata uccisa da un ragazzo di 14 anni all’interno di una scuola di Nogent. L’Austria è profondamente scossa, rinviando con il pensiero a un altro capitolo nero della sua storia recente: nel 2015 sempre a Graz, un uomo con problemi psichici aveva investito la folla uccidendo tre persone e ferendone decine, per poi togliersi la vita in carcere.

Il cordoglio nazionale e internazionale

Il cancelliere austriaco ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, con le bandiere a mezz’asta in tutto il Paese e un minuto di silenzio in tutti gli uffici pubblici. Arrivano messaggi solidali da ogni parte del mondo: la presidente della Commissione Europea ha sottolineato come le scuole rappresentino «simboli di speranza e futuro», sottolineando la durezza di vedere quei luoghi trasformarsi in teatro di morte. il presidente ucraino ha espresso «vicinanza all’amica Austria», mentre anche il governo italiano ha manifestato il suo cordoglio e sostegno alle vittime e alle famiglie colpite dal dolore.

Il rispetto e il silenzio accompagnano la nazionale austriaca durante la partita di qualificazione ai Mondiali, con un minuto di raccoglimento e la fascia nera al braccio per onorare le vittime.

Vittime internazionali tra i giovani uccisi

Tra le vittime c’è anche un ragazzo francese di 17 anni, confermato dai familiari. Due bosniaci, uno studente e una ragazza gravemente ferita deceduta successivamente, fanno parte della lista dei morti. Un altro bosniaco risulta tra i feriti più gravi,in condizioni critiche.

Le armi in Austria: un sistema da rivedere?

Artur A., questo il nome del giovane autore del massacro, ha utilizzato un fucile a pompa e una pistola semiautomatica, entrambe regolarmente registrate. Per ottenere il permesso di detenere un’arma corta in Austria è necessario superare una perizia psicologica e completare un corso di maneggio. Le autorità hanno assicurato un’indagine approfondita per capire se il sistema di controllo presenti falle e se siano stati rispettati tutti i protocolli. La legge impone che le armi restino all’interno dell’abitazione del proprietario e non possano essere portate in pubblico, regola evidentemente trasgredita durante l’attacco.

Nel Paese sono circa 1,5 milioni le armi registrate, legalmente detenute da quasi 370.000 persone, un dato che mette in luce la necessità di un dibattito serio e profondo sulla regolamentazione e la sicurezza legate al porto e alla detenzione delle armi da fuoco.

Giuseppe Rossi è un appassionato storyteller e content curator con una solida esperienza in ambiti diversi, dalla cultura e lifestyle alla tecnologia e viaggi. Laureato in Lettere Moderne, ha collaborato con diversi siti web e community online, creando articoli chiari e coinvolgenti per un pubblico ampio. Curioso di natura, si tiene sempre aggiornato su tendenze e curiosità, trasformando ogni argomento in un piccolo spunto di riflessione. Nel tempo libero ama esplorare nuovi itinerari in bicicletta e sperimentare ricette regionali in cucina.