La battaglia per l’immunità di Salis continua nel Parlamento UE

La battaglia per l’immunità di Salis continua nel Parlamento UE

Slitta a data da destinarsi il voto sull’immunità di Ilaria Salis: possibili rinvii a luglio o settembre

Il voto in Parlamento europeo sulla richiesta di revoca dell’immunità dell’eurodeputata Ilaria Salis non è stato ancora calendarizzato. A comunicarlo è stata la stessa Salis tramite un post su X, dopo aver condiviso recentemente un video appassionato in cui chiedeva di non essere privata della protezione parlamentare.

«Ho appena appreso che la votazione è stata rinviata», ha scritto l’europarlamentare, ringraziando «tutte e tutti per i tanti messaggi di sostegno e solidarietà». Con un tono quasi trionfante, Salis ha sottolineato come, nonostante «la solita campagna d’odio orchestrata dall’estrema destra vicina a Orbán», il supporto ricevuto rappresenti un sollievo. «La battaglia continua», ha concluso, anticipando che la sua difesa non si fermerà.

Cause e prospettive del rinvio

Non è chiaro quali siano le ragioni ufficiali dietro il rinvio deciso dalla Commissione giuridica (Juri), atteso inizialmente per martedì 24 giugno.Secondo alcune indiscrezioni, il ritardo sarebbe causato dal posticipo nella presentazione della relazione preparata dal deputato spagnolo Adrián Vázquez Lázara.

Fonti vicine all’Ansa indicano che la nuova data per il voto potrebbe essere fissata a metà luglio o, più probabilmente, slittare a settembre, con la riapertura dei lavori dell’Europarlamento. In ogni caso, questo rinvio allunga notevolmente i tempi di una decisione attesa ormai da mesi.

Il sostegno politico e le accuse dall’opposizione

Martin Schirdewan, presidente del gruppo della Sinistra europea, ha espresso con forza la sua solidarietà a Salis durante una conferenza stampa a Strasburgo:

«Il regime di Orbán perseguita i giornalisti e ha distrutto lo stato di diritto. In Ungheria la giustizia è arbitraria: Ilaria Salis, come Maja T., detenuta da un anno, è vittima di questa ingiustizia. La Germania deve agire per impedire ulteriori arresti o estradizioni verso l’Ungheria per questioni giudiziarie».

Dall’altra parte del fronte politico, Silvia Sardone, vice segretario ed eurodeputata della Lega, ha commentato con toni critici lo slittamento.Sardone ha stigmatizzato il fatto che la vicenda di Salis, aperta ormai da un anno, registri un’eccezionalità nei tempi di gestione:

«Il videomessaggio di Salis, in cui si appella alla difesa della libertà di espressione, sembra aver funzionato almeno per ora. ma è curioso come per altri eurodeputati le decisioni sull’immunità vengano prese con molta più rapidità».

«È imbarazzante vedere una sinistra disposta a ogni cosa pur di impedirle di affrontare un processo.Pare che per loro la giustizia non sia uguale per tutti: se sei di sinistra,puoi anche evitare il tribunale».

Nicola Procaccini, copresidente del Gruppo Conservatori e riformisti presso il Parlamento europeo, ha condiviso un’opinione simile, sottolineando che le accuse nei confronti di Salis sono antecedenti al suo ruolo parlamentare. «Sarebbe auspicabile una rapida decisione, considerando quanto accaduto in altre situazioni analoghe in questa legislatura», ha aggiunto.

Uno sguardo più ampio sulla questione delle immunità parlamentari

il caso Salis si inserisce in un contesto più ampio, in cui il principio di immunità parlamentare rischia spesso di essere terreno di scontri politici e strumentalizzazioni.La delicatezza di bilanciare la libertà d’azione degli eletti con l’obbligo di rispondere della propria condotta fuori dal Parlamento continua a suscitare dibattiti, soprattutto in situazioni di tensioni politiche e conflitti ideologici.

La proroga nell’esame del voto non fa che accrescere l’incertezza e alimentare riflessioni sull’imparzialità delle procedure parlamentari, soprattutto quando coinvolgono parlamentari critici nei confronti di regimi autoritari come quello di Budapest.