Giornata di aggiornamenti sui mercati asiatici: prospettive economiche e trend attuali
10 marzo 2025 • 2 minuti di lettura
Turbolenze iniziali e segnali di ripresa a Tokyo
I mercati asiatici hanno inaugurato la settimana con oscillazioni sia positive che negative. La Borsa di Tokyo, in particolare, sembra pronta a risollevarsi dai minimi degli ultimi sei mesi, grazie anche a un’influenza positiva derivata dall’andamento degli indici statunitensi. Il Nikkei ha chiuso la giornata con un incremento del 0,38%, raggiungendo 37.028,27 punti e guadagnando 141 punti, nonostante l’incertezza alimentata dalle nuove misure tariffarie sulle trattative internazionali.
Parallelamente, il mercato valutario offre elementi interessanti: lo yen si conferma competitivo con un cambio stabilizzato a 147,60 per il dollaro e 160,10 per l’euro. Questa rivalutazione potrebbe suggerire una tendenza di breve termine verso una maggiore stabilità, offrendo nuove opportunità di analisi tecnica per gli operatori finanziari.
Strategie diplomatiche e approcci misurati al commercio
In un contesto di negoziazioni cruciali, il ministro del commercio giapponese si è recato a Washington per confrontarsi su strategie volte a prevenire ulteriori aumenti dei dazi. L’attenzione si è concentrata su settori strategici come l’acciaio, l’alluminio e l’automotive, evidenziando l’importanza di un dialogo costante tra le grandi economie per moderare le tensioni e rafforzare la stabilità del commercio globale.
All’inizio della sessione, il mercato di Tokyo ha mostrato segnali di cautela, registrando un modesto incremento dello 0,03% con il Nikkei che ha toccato quota 36.897,76 punti. Questo dato riflette un recupero ancora fragile in un mare di incertezza e volatilità.
Rivoluzioni tariffarie in Cina e dinamiche economiche
Nel territorio cinese, gli indici azionari hanno subito dei cali: il mercato di Shanghai ha riportato una diminuzione dello 0,15%, mentre l’indice China A50 e il mercato di Hong Kong hanno evidenziato ribassi più marcati, rispettivamente del 0,48% e del 1,72%. Queste flessioni sono il riflesso delle nuove politiche tariffarie e delle tensioni geopolitiche.
Pechino ha infatti applicato dazi compresi tra il 10% e il 15% su alcuni prodotti agricoli americani, come risposta alla mossa degli Stati Uniti, che ha portato a un raddoppio delle tariffe fino al 20% sulle importazioni cinesi. Tale decisione, volta a riequilibrare le relazioni commerciali, si inserisce in un contesto di scambi dinamici e controversie su prodotti particolarmente sensibili, come i derivati chimici.
Dati economici emergenti e tendenze interne in Cina
L’evoluzione economica in Cina mostra segnali di rallentamento: a febbraio,l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un calo annuale del 0,7%,invertendo il trend positivo del +0,5% visto a gennaio,e segnando il primo dato negativo dal 2024. Anche l’inflazione core, che esclude alimentari ed energia, ha mostrato una lieve flessione, passando a -0,1% rispetto al +0,6% del mese precedente.
Su base mensile, i prezzi al consumo hanno visto un aumento contenuto del 0,2% – inferiore rispetto al +0,7% rilevato a gennaio. I prezzi alla produzione, invece, hanno segnato il 29° mese consecutivo di calo, attestandosi a -2,2%. Pur essendo in linea con le aspettative, questa tendenza indica un progressivo rallentamento del decremento che merita ulteriori approfondimenti da parte degli analisti.
Questo scenario complesso, modellato da politiche tariffarie aggressive e da dati economici contrastanti, richiede un’attenta valutazione sia degli investitori che dei responsabili politici, con lo scopo di sviluppare strategie che possano efficacemente navigare nel fluttuante panorama dei mercati globali.
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