La NFL conferma il “Tush Push”: tra innovazione e controversie
Continua la spinta di Philadelphia, o come recita il messaggio dei Philadelphia Eagles: “Push on”.La votazione degli owner della NFL ha deciso di mantenere la regola che permette ai giocatori di spingere i propri compagni durante i giochi, sancendo così la legittimità del cosiddetto “tush push”. Un verdetto che ribadisce come la lega americana non disdegni le soluzioni creative, anche se, a prima vista, possono apparire poco eleganti.
Nonostante sia un gesto grezzo e poco estetico,il “tush push” è un espediente geniale.Chi segue il football sa quanto spesso allenatori e giocatori trovino modi ingegnosi per sfruttare i “buchi” nel regolamento. Dalla storica introduzione del passaggio in avanti, nato quasi per caso e in modo audace, fino a oggi, il football si è dimostrato un gioco più tattico e ragionato di quanto l’occhio spettatore possa percepire.
Ironia della sorte, la “battaglia degli spintoni” sul campo, di natura quasi rugbistica, rivela una profonda conoscenza del regolamento e uno studio accurato delle sue pieghe. Ogni volta che il “tush push” viene utilizzato, dietro c’è una consapevolezza precisa: non si tratta di semplice forza bruta, ma di arte strategica. È uno dei tanti esempi che nella NFL si gioca a scacchi tra scontri violenti.
Il voto a sorpresa che ha salvato il “tush push”
Il mantenimento della regola ha sorpreso parecchi. Forse un ruolo lo ha avuto jason Kelce, ex centro degli Eagles, che ha personalmente fatto pressione sugli owner prima del voto a Minneapolis. Molti si aspettavano una proibizione, visto che il “tush push” è un espediente dominato solo da pochi, in particolare Philadelphia.
La proposta di vietare la spinta ai portatori di palla ha ottenuto 22 voti contrari su 24 necessari per approvarla. Attualmente, infatti, è illegale tirare o sollevare il corridore, ma i compagni possono spingerlo in avanti, a patto che non trascendano nel superamento di quelle norme che proteggono lo sviluppo del gioco e l’incolumità del giocatore.
L’obiettivo della proposta presentata dai Green Bay Packers era eliminare questa forma di assistenza, sostenendo che si trattava di una questione di sicurezza e di velocità del gioco. Ma per Dean Blandino, esperto di regole NFL e analista di FOX Sports, le motivazioni reali sono ben altre.
Un problema di equità, non di sicurezza
Blandino individua tre motivi principali per introdurre cambi regolamentari: sicurezza, equità competitiva e uniformità arbitrale. Nessuno studio ha dimostrato che il “tush push” sia più pericoloso di altre azioni sul campo. La vera questione riguarda la competizione.
“È uno stratagemma che fa pendere la bilancia a favore dell’attacco, poiché la difesa non può spingere il portatore di palla all’indietro per guadagnare terreno. Inoltre, non è permesso spingere nella formazione durante i calci piazzati, quindi questa spinta distingue chiaramente un trattamento speciale per l’attacco.”
Per gli Eagles, invece, non si tratta di una scorrettezza, ma di un gioco che esige allenamento e atletismo.Jalen Hurts è uno dei quarterback più potenti del campionato e il “tush push” valorizza proprio questa caratteristica. È una mossa elaborata e difficile da replicare, che delega il successo allo sforzo di squadra e alla tecnica applicata.
Il dibattito tra squadre e tifosi
Con la vittoria al Super Bowl ottenuta anche grazie a questo gioco, Philadelphia ha alimentato contrasti. Diverse squadre, Chiefs compresi, hanno espresso la loro contrarietà. Steve Spagnuolo, coordinatore difensivo dei Chiefs, ha confessato di non credere possibile fermare questa giocata.
Blandino nota come spesso l’opposizione a questo tipo di gioco nasca anche da ragioni estetiche: non è uno spettacolo di atletismo e destrezza come i grandi numeri di Saquon Barkley o le prese spettacolari di A.J.Brown, ma una manovra basata su forza e spinta.La NFL preferisce gli highlight che mostrano abilità individuali e velocità, più visivamente accattivanti.
innovazione e regole: il caso “Cheat Motion”
Se il “tush push” non entusiasma i fan per la spettacolarità, va ricordato che la NFL ha sempre favorito l’innovazione nel rispetto del regolamento. Un esempio recente è il “Cheat Motion”, tecnica che consente ai ricevitori veloci di partire già in movimento prima dello snap. Tyreek Hill, tra i più rapidi in campo, eccelle grazie a questa tattica mutuata dal football canadese.
Questo strumento, come il “tush push”, nasce dall’interpretazione intelligente di una norma, e funziona perché si adatta alle peculiarità di atleti eccezionali. Proprio per questo motivo, vietare il “tush push” significherebbe mettere in discussione la tradizione di innovazione che contraddistingue la lega.
Il “tush push” racconta il vero spirito NFL
Dietro un gesto forse poco elegante si cela uno stile di gioco fatto di studio, sperimentazione e adattamento. Eliminare questa giocata significherebbe snaturare un aspetto fondamentale del football professionistico. Non a caso, anche se non campeggia nei momenti più spettacolari nei highlight, il “tush push” riflette ciò che rende la NFL affascinante: una miscela di strategia e lotta fisica, dove ogni centimetro di campo si conquista con intelligenza.
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