Indiana Pacers, l’enigma di un’impresa NBA impossibile da giustificare
La NBA è da sempre un regno di opinioni e tatticismi, ma i Indiana Pacers stanno mettendo in crisi anche gli analisti più navigati.In una stagione fatta di pronostici affidabili e statistiche implacabili, il successo dei Pacers contro un gigante come l’oklahoma City Thunder sembra sfidare ogni logica.
Nel giro di amici e colleghi, ormai ricevo domande sull’esito finale delle Finali NBA, e la mia riposta è sempre la stessa, forse la più noiosa in assoluto nel mondo dello sport professionistico: non esiste una ragione valida per preferire i Pacers ai Thunder.
Ho cercato, davvero. Da contrarian incallito, ho scandagliato ogni dato, ogni statistica possibile nel tentativo di trovare un motivo per cui Indiana potesse dominare la serie. Eppure niente: il ritmo? oklahoma City continua a dettare legge con un gioco più veloce. Le statistiche clutch? È praticamente un pareggio assoluto fra le due squadre, con percentuali e punti per possesso pressoché identici.
Le statistiche tradizionali e avanzate della stagione regolare affondano anzi i Pacers, il cui roster sembra secondario rispetto a quello stellare dei Thunder, meglio equipaggiato dalla panchina alla starting five.
Le motivazioni “impossibili”: miti e narrazioni post-vittoria
Così, non resta che rivolgersi a spiegazioni che rasentano il metafisico: sarà forse la forza del gruppo e dell’amicizia? O la inesperienza e la gioventù del Thunder che pesano negativamente? Il dogma che i Pacers non si stanchino mai o che Tyrese Haliburton sia un giocatore “clutch” senza precedenti?
Questi non sono fattori per cui i Pacers “potrebbero” vincere; sono piuttosto narrazioni costruite a posteriori per giustificare un risultato già avvenuto. È il classico trucco giornalistico: leggere la storia al contrario, come se si fosse indovinato un biglietto della lotteria dopo che la combinazione è stata estratta.
“Gli Indiana Pacers hanno ribaltato ogni previsione, sfidando la fisica e la statistica con una serie di giocate che sembrano uscire da un’altra dimensione.”
Stiamo parlando di qualcosa che ricorda l’impresa dei miami Heat del 2022, un capolavoro quasi impossibile da spiegare. Un team che ha vinto 5 partite su 8 partendo da uno svantaggio superiore ai 15 punti. E un Haliburton che, pur non essendo mai stato All-NBA oltre la terza squadra, ha collezionato in questa postseason più canestri decisivi di quanto fatto in carriera da Kobe bryant.
Un’analisi tra realtà e caos
È un evento che pare sfidare il buon senso, ma eccolo: i Pacers hanno vinto il Game 1 delle Finals con un 111-110 da brivido, segnando il canestro decisivo a 0,3 secondi dalla sirena, prima volta in tutta la partita che hanno condotto il match.
A prima vista, si tratta di una partita nella media, non troppo spettacolare né lenta.I Pacers non hanno mai consentito agli avversari di scappare, ma neanche hanno potuto affrontarli colpo su colpo: poi, nel finale, hanno cambiato ritmo cogliendo i Thunder impreparati, e portando a casa una vittoria straordinaria.
Quello che sfugge è il “come”. Il Thunder non è certo una squadra qualunque da affrontare; sono autentici “terminator” pronti a schiacciare ogni avversario senza pietà. Una squadra che sembra farsi trovare sempre pronta nelle notti importanti, eppure in questa occasione il copione non ha retto.
È solo fortuna? O c’è dell’altro?
Forse l’unica spiegazione plausibile è che i risultati nel basket siano,in fondo,anche frutto di casualità enormi. La quantità di tiri, le sfumature del gioco, la quasi parità fra giocatori di alto livello, tutto rende quasi impossibile prevedere con certezza l’esito di una partita.
Storicamente, però, questa spiegazione è stata ampiamente superata dalle analisi statistiche e dai dati di lungo termine. eppure, in questo caso, sembra quasi che nemmeno le leggi della fisica possano governare le imprese dei Pacers.
Se i Pacers dovessero conquistare il titolo
Se alla fine Indiana dovesse trionfare, sarò il primo a riconoscere il valore della vittoria. I dati, le prove e le testimonianze digitali ne daranno conto, e i tifosi celebreranno queste gesta con orgoglio. Ma dubito esisterà mai una vera “ragione sportiva” per giustificarla.
Sarà piuttosto la storia di una squadra che ha sfidato la logica,un collettivo forse scelto da qualche incomprensibile disegno superiore per issare il trofeo più ambito della pallacanestro.
Siamo social! Clicca e seguici per essere sempre connesso con noi!