MotoGP, come i piloti hanno rivoluzionato le comunicazioni radio

MotoGP, come i piloti hanno rivoluzionato le comunicazioni radio

test in Aragon: la radio in pista verso l’obbligatorietà in MotoGP

al circuito di Aragon, il lunedì dopo la vittoria di Marc Marquez nell’ottava tappa del Mondiale MotoGP, i piloti sono rimasti a disposizione per una giornata di test. Tra gli obiettivi principali, la sperimentazione della comunicazione radio, tecnologia che potrebbe diventare obbligatoria dalla prossima stagione.

La verifica è arrivata nel cuore del paddock spagnolo, prima che il circus si spostasse verso il Mugello per la nona gara in programma la settimana successiva. A impressionare è stato Maverick Vinales, capace di segnare un giro da 1’45″694 sulla KTM, pochi millesimi davanti a Marco Bezzecchi con Aprilia e marginalmente davanti al leader della classifica, Marc Marquez su Ducati.

I piloti francesi Fabio Quartararo (Yamaha) e Johann Zarco (Honda) hanno chiuso rispettivamente al settimo e tredicesimo posto, distanziati di pochi decimi, confermando la battaglia serrata anche in questa fase del campionato.

La radio in MotoGP: una novità da assorbire

La vera novità della giornata ha riguardato l’introduzione della comunicazione radio tra pilota e box, strumento già ampiamente utilizzato in Formula 1 ma ancora recente e controverso in MotoGP. L’obiettivo, oltre a migliorare la sicurezza in pista, è offrire un supporto immediato nelle situazioni di gara e emergenza.

Non mancano però le resistenze. Il sistema, che comunica tramite conduzione ossea direttamente nel casco, è considerato da molti piloti poco comodo e difficile da gestire alle alte velocità, soprattutto sulle linee rette dove il casco subisce continue oscillazioni.

Le impressioni di Savadori e Alex marquez

«È stata la prima volta che la direzione gara mi ha parlato direttamente. Ho cercato di seguire le indicazioni del box, però la chiarezza non è ancora ottimale» ha raccontato Lorenzo Savadori, che ha provato il sistema sulla sua Aprilia. «Il vero problema non è il fastidio fisico, ma la difficoltà nel sentire i messaggi durante le fasi ad alta velocità. Il casco si muove e a volte la posizione del cuscinetto audiotelefono si altera leggermente, rendendo difficile ascoltare bene».

Alex Marquez di Ducati Gresini ha aggiunto: «Non è come una radio tradizionale, non è come parlare con qualcuno seduto accanto a te. Però era importante testare. All’inizio riuscivo a seguire i messaggi, ma concentrandomi sul giro, quando ho spinto forte, i messaggi svanivano. Succede perché quando il messaggio è continuo, si tende a ignorarlo».

Questa novità richiederà quindi un certo adattamento, sia tecnico che mentale, prima di poter essere accolta senza riserve sul circuito. Una piccola rivoluzione destinata a cambiare il modo di vivere e gestire la gara per piloti e team, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza e l’efficacia della comunicazione in tempo reale.

Giuseppe Rossi è un appassionato storyteller e content curator con una solida esperienza in ambiti diversi, dalla cultura e lifestyle alla tecnologia e viaggi. Laureato in Lettere Moderne, ha collaborato con diversi siti web e community online, creando articoli chiari e coinvolgenti per un pubblico ampio. Curioso di natura, si tiene sempre aggiornato su tendenze e curiosità, trasformando ogni argomento in un piccolo spunto di riflessione. Nel tempo libero ama esplorare nuovi itinerari in bicicletta e sperimentare ricette regionali in cucina.