Bruxelles senza governo: un anno di stallo politico e il grido di cittadini e imprese
Una piazza gremita al centro di Bruxelles ha fatto da palco a un evento insolito: un enorme picnic collettivo con lo scopo di ricordare l’anniversario delle elezioni regionali e denunciare l’assenza di un governo stabile e di un bilancio approvato nella Regione brussellese da ormai un anno.
Il blocco politico che paralizza la Regione
Dopo il voto dello scorso 9 giugno, nessun partito è riuscito a trovare un’intesa sufficiente a formare una maggioranza governativa.Di fatto,la regione è gestita da un esecutivo “ad interim”,limitato alla gestione ordinaria,una situazione che rallenta o blocca progetti e decisioni fondamentali per la città.
La mobilitazione cittadina: quando l’indifferenza non basta più
Di fronte a questo stallo,centinaia di cittadini hanno scelto di uscire dall’apatia e fare pressione sugli interlocutori politici. “Se ognuno rimane nel proprio angolo, nulla cambierà”, commenta Frederik Lamote, uno degli organizzatori dell’iniziativa insieme a Daniel Verougstraete.Il loro obiettivo è chiaro: trasmettere un messaggio univoco e condiviso che spinga verso soluzioni concrete.
Riforme elettorali per evitare nuovi impasse
oltre a chiedere la rapida costituzione di un governo, i partecipanti sollecitano un cambiamento radicale nell’impianto elettorale brussellese. Attualmente,il sistema prevede un doppio collegio linguistico che spesso crea tensioni e paralisi. L’ipotesi che emerge è quella di liste elettorali comuni, un modello che spingerebbe per un dialogo più produttivo tra partiti e comunità linguistiche.
“La democrazia non è solo un voto ogni cinque anni” – sottolinea Verougstraete – “la volontà popolare va rispettata con fatti e responsabilità.”
Un messaggio di coesione e responsabilità
L’incontro si è svolto in un clima pacifico, dopo una precedente iniziativa silenziosa di 89 minuti, anch’essa dedicata a sensibilizzare il parlamento. L’idea di fondo è che Bruxelles, pur senza governo pienamente operativo, resti una città viva e capace di mobilitarsi per chiedere progresso e stabilità.
la crisi che pesa su cittadini e aziende
Non manca chi si è presentato con la famiglia, trasformando la protesta in un momento di condivisione e sostegno reciproco. “Abbiamo deciso di unire il picnic alla protesta perché la situazione politica è davvero deludente”, racconta Marie, mostrando uno scoramento ampiamente condiviso: “Cerchiamo di insegnare ai nostri figli un comportamento adulto, mentre i loro rappresentanti continuano a comportarsi da bambini.”
Alcuni,come Thomas,esprimono una profonda frustrazione: “Non si vede alcuna volontà reale di sbloccare la situazione,la politica sembra incapace di guardare oltre l’immediato. si dice che abbiamo i governanti che meritiamo, e se fosse vero sarebbe amareggiante.”
Preoccupazioni dal mondo imprenditoriale
Il disagio supera la sfera sociale. Voka Bruxelles, rete di imprese fiamminga, manifesta la propria inquietudine per le conseguenze economiche di questa paralisi politica.Un portavoce sottolinea che la reputazione della città ne esce danneggiata e che, pur con una certa capacità di adattamento, le aziende riscontrano enormi difficoltà per la mancanza di interlocutori nei temi chiave come la fiscalità.
oltre l’impasse: un’opportunità di cambiamento
Gli organizzatori invitano a considerare questa crisi non solo come un fallimento, ma come un’occasione per riflettere e rivedere l’intero modello politico brussellese. Citando Churchill, Daniel Verougstraete conclude con una nota di pragmatismo: “Se siamo in una crisi, tanto vale sfruttarla per mettere in discussione e migliorare il sistema.”
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