La stretta sul venture capital tech in Cina spinge l’innovazione

La stretta sul venture capital tech in Cina spinge l’innovazione

il calo degli investimenti venture capital nel settore tech in Cina

Il primo trimestre del 2025 segna una frenata significativa per gli investimenti in startup tecnologiche cinesi. La cifra raccolta è calata a 6,9 miliardi di dollari, segnando un calo del 45% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sebbene il numero di round di finanziamento sia rimasto stabile, si percepisce un evidente calo nell’interesse degli investitori verso il mercato cinese.

Un cambiamento radicale nella composizione degli investitori

Non è solo la quantità a svelare la trasformazione in corso, ma la provenienza dei capitali. Gli investimenti stranieri, un tempo fonte significativa di sostegno per le startup cinesi, si stanno quasi completamente esaurendo. Il contributo degli investitori statunitensi, che nel periodo 2017-2018 copriva più del 20% del capitale di rischio in Cina, ora non supera il 2%. Questa fuga rompe un equilibrio consolidato e mette in luce un mutamento geopolitico e finanziario profondo.

La Cina scivola nel panorama globale del venture capital

oggi,la quota cinese del venture capital globale si è ridotta drasticamente al 6%,una percentuale lontana anni luce dal picco del 31% raggiunto nel 2016. Questo calo testimonia non solo la diminuzione degli investimenti, ma anche lo spostamento del baricentro mondiale verso altri mercati, dove ecosistemi come Bangalore e Tel Aviv stanno guadagnando terreno e visibilità nel ranking delle startup più dinamiche.

Il nuovo focus: la produzione e i semiconduttori

in un quadro così mutato, il settore che continua ad attrarre maggiori risorse è quello manifatturiero, con una concentrazione particolarmente marcata sui semiconduttori. Nel trimestre, ben l’82% dei fondi raccolti è stato destinato a questo comparto, in crescita dal 60% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.

Dietro questa scelta strategica si intravede la volontà cinese di rafforzare l’autonomia tecnologica in asset chiave del futuro digitale. Il settore dei chip ha assorbito circa 1,1 miliardi di dollari, confermando quanto la produzione di componenti fondamentali per l’elettronica rappresenti oggi la battaglia principale per gli investitori domestici.

Shanghai e Pechino sfidate da nuovi poli tecnologici globali

Questa dinamica si riflette anche nelle classifiche delle principali piazze di startup nel mondo: le tradizionali capitali cinesi, Shanghai e Pechino, stanno progressivamente perdendo terreno rispetto a città come Bangalore e Tel Aviv, che attraggono capitali freschi e innovazione.

Quali sono le conseguenze di questo ridimensionamento? Probabilmente un ripensamento strategico nel modo in cui la Cina affronta la competitività globale, spingendo verso settori dove può conquistare autonomia e leadership, anziché inseguire mercati ormai saturi o troppo esposti alle tensioni internazionali.

Giuseppe Rossi è un appassionato storyteller e content curator con una solida esperienza in ambiti diversi, dalla cultura e lifestyle alla tecnologia e viaggi. Laureato in Lettere Moderne, ha collaborato con diversi siti web e community online, creando articoli chiari e coinvolgenti per un pubblico ampio. Curioso di natura, si tiene sempre aggiornato su tendenze e curiosità, trasformando ogni argomento in un piccolo spunto di riflessione. Nel tempo libero ama esplorare nuovi itinerari in bicicletta e sperimentare ricette regionali in cucina.