Dalla Nigeria al Regno Unito: la trasformazione di un ingegnere in project manager digitale
Nelson Ikan, originario della Nigeria, si era formato come ingegnere dei materiali con l’ambizione di entrare nell’élite del settore petrolifero. Oggi, invece, guida progetti tecnologici nel campo sanitario nel Regno Unito, focalizzandosi sulla digitalizzazione dei sistemi ospedalieri.
Tra sacrifici e nuove radici: il cammino di un migrante
Le storie di emigrati nigeriani che reinventano la propria carriera all’estero riemergono spesso nelle discussioni online, segnate da esperienze complesse e sfide frequenti. Tra studenti che devono destreggiarsi tra più impieghi e professionisti che accettano lavori ben lontani dalle loro qualifiche, i costi sono tangibili: arrivano dall’emotività, dalla fatica fisica e dai sacrifici economici.
così racconta Ikan, che smette presto di vivere passivamente l’arrivo nel Regno Unito, dove è approdato nel novembre 2021 con la ferma intenzione di costruire una nuova carriera. “Non ho iniziato subito a lavorare,” ricorda. “All’inizio mi sono preso qualche mese per ambientarmi, ma presto ho capito che dovevo guadagnare per andare avanti.”
La ricerca del lavoro “giusto”, non solo un impiego
Nel tentativo di stabilizzarsi, Ikan si è candidato ovunque potesse, spesso risultando persino sovraqualificato. Nonostante le offerte, inclusa una da una compagnia energetica, ha scelto di rifiutare. Non si trattava semplicemente di trovare un impiego, ma di ottenere quello giusto, in linea con i suoi obiettivi a lungo termine.
Nei mesi successivi ha accettato lavori più modesti per mantenersi, ma con l’occhio sempre rivolto all’integrazione nel settore tecnologico britannico.
Da materiali e costruzioni alla gestione di progetti digitali
Prima dell’arrivo nel Regno Unito, Ikan aveva già costruito un percorso professionale variegato in Nigeria: studi in ingegneria dei materiali, uno stage in un’azienda energetica, un breve passaggio nel settore bancario e poi sette anni nella gestione di grandi opere edili. Questa esperienza gli ha fornito una solida base nella gestione di progetti complessi.
Giunto nel Regno Unito, ha deciso di valorizzare proprio questo background per legittimare il suo profilo professionale. Ha dunque intrapreso lo studio per il Project Management Professional (PMP), una certificazione riconosciuta a livello mondiale che spesso costituisce un requisito indispensabile per ruoli di rilievo nel settore.
“Il PMP mi ha aperto molte porte,” afferma. “Non è stato solo un pezzo di carta; ha aumentato davvero la mia credibilità agli occhi dei datori di lavoro.”
Il salto nel settore sanitario digitale
Il vero punto di svolta è arrivato con l’assunzione in gestione progetti presso un’organizzazione sanitaria. Qui, Ikan ha guidato la migrazione digitale di sistemi per la raccolta e la condivisione di dati sugli incidenti, contribuendo a modernizzare processi chiave nell’ambito della sanità pubblica.
Progetti successivi lo hanno visto impegnato in analoghe trasformazioni digitali, rafforzando la sua esperienza in un settore dove tecnologia e gestione efficace si intrecciano a beneficio della comunità.
Ogni incarico ha rappresentato un tassello che ha costruito la sua professionalità senza però tradire il bagaglio tecnico accumulato in Nigeria. “Non è stato semplice, ma è servito imparare a valorizzare davvero le mie competenze,” confida. “Il PMP è stato il passaporto per entrare in un ambiente più competitivo.”
Le sfide invisibili della migrazione
dietro a ogni successo di un migrante nel Regno Unito si nasconde spesso un percorso segnato da lotte interiori, delusioni e lavoro sommerso. L’apparente stabilità data da permessi di lavoro, titoli professionali e stipendi migliori coesiste con la difficoltà di ricostruire una vita in un sistema percepito come freddo e poco accomodante per chi non possiede rete o piani solidi.
Per Ikan,la parte più dura non sono stati i rifiuti o l’ansia costante del tempo che scorreva,ma la sensazione di trovarsi in un ambiente imprevedibile. “In Nigeria, pur fra mille problemi, conoscevo i meccanismi. Qui tutto funziona, ma spesso sembra distante, rigido,” spiega.
Ad aiutarlo sono stati la determinazione, il mentoraggio e la consapevolezza dei propri punti di forza, strumenti imprescindibili per orientarsi verso le opportunità più adatte. Tuttavia, sa bene quanto questi varchi possano essere fragili: senza un aiuto tempestivo e una guida, molti talenti restano intrappolati nella mera sopravvivenza.
Un futuro dedicato a facilitare il percorso altrui
Ora che ha stabilito le proprie basi, Ikan sta pensando a come rendere meno arduo il cammino per chi arriverà dietro di lui.
“Voglio creare qualcosa che aiuti gli altri a superare gli ostacoli come ho fatto io,” rivela. Sta sviluppando una soluzione basata sull’intelligenza artificiale per supportare i project manager nella gestione della carriera con maggiore chiarezza e consapevolezza.
Un progetto che va oltre la sua esperienza personale, ambizioso nell’obiettivo di trasformare le difficoltà incontrate in strumenti di crescita per tanti altri.
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